A nuoto da Pola a Cervia, 140 km per difendere il mare dai rifiuti
«L’idea mi frullava in testa da un po’, da quando più o meno cinque anni fa, conla mia compagna Lisa siamo tornati a nuoto sulle coste pugliesi dalle Isole Tremiti. L’ho lasciata lì a macerare poi una mattina mi sono alzato è mi sono detto: è ora, si va…». Andrea «Pelo» Di Giorgio, 54 anni romagnolo di Cervia di imprese estreme, tra Ironman e ultramaratone nei deserti, nelle sua vita sportiva ne ha firmate parecchie ma la traversata a nuoto dell’Adriatico, 140 chilometri da Pola a Cervia in meno di quattro giorni, forse è un’avventura che spiega, meglio di ogni altra cosa, il senso di una vita libera che, come dice lui, non ha confini. E’ il primo a nuotare così a lungo in questo mare, ma è davvero un dettaglio. «Across me», realizzata con patrocinio del Comune di Cervia e dell’Apt Emilia-Romagna e con il contributo della Cooperativa bagnini di Cervia, è un viaggio che rincorre un’altra filosofia. Una sfida quasi impossibile per conoscersi un po’ più a fondo e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento del mare, sempre più invaso da rifiuti e plastica, attraverso una raccolta fondi destinata a Sea Shepherd Italia onlus, associazione che si occupa della salute dell’ecosistema marino con la campagna «Operation Clean Waves». «A me non interessano i record – racconta Di Giorgio – Ho deciso di fare questa traversata perché mare e deserto sono i due luoghi che più di ogni altro mi fanno sentire libero, c’è una assenza di confini dove sono completamente a mio agio. Sulla terra, correndo e pedalando, avevo già provato cosa significa portare il proprio corpo allo stremo, privandolo di sonno, resistendo con la mente alla fatica e alle difficoltà. In mare, in una traversata così lunga, era la prima volta. Per fare una cosa così serve una motivazione importante e io me la sono andata a cercare…». Una nuotata infinita, cominciata alle cinque di pomeriggio di quattro giorni fa in Croazia i finita la mattina scorsa alle 11 sulla spiaggia di Cervia dove ad attenderlo c’era una folla di amici ed appassionati. Ovviamente non è stato semplice. «Ovviamente… – racconta – Soprattutto i primi due giorni perché abbiamo trovato il mare in burrasca che mi ha complicato non poco il nuoto ma che mi ha anche creato problemi di stomaco…». Due le barche al seguito. Sulla prima oltre alla compagna di Di Giorgio che con lui gestisce un centro di Pilates a Cesena e si occupata dell’assistenza, uno skipper, alcuni amici che si sono alternati a nuoto in acqua al suo fianco e un medico. Sull’altra invece tutta l’attrezzatura per il sostegno tecnico e la troupe che su questa impresa realizzerà il docu-film «Across me», ideato e prodotto dall’agenzia video Free Event, che sarà presentato con un’anteprima alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia il prossimo settembre. «Un gruppo che mi ha seguito passo passo – racconta – Alternavo le ore di nuoto con le pause ogni quattro ore per bere e mangiare qualche gel energetico. Le notti di sonno sulla barca sono state molto brevi anche perché le prime due con il mare mosso anche a bordo non si è chiuso occhio…». Come ci si prepara a una sfida così? «Ho un fisico allenato, sono abituato alla fatica ma non ho allenatori- spiega Di Giorgio- Diciamo che da quando ho deciso che ci avrei provato ho iniziato a fare soprattutto tanti chilometri in acqua, una settantina alla settimana. Ma ciò che fa la differenza è la “testa”, l’abitudine ad affrontare sfide così impegnative, la necessità di stemperare ansie e paure, la capacità di restare concentrato sulla fatica per tanto tempo. E io ero pronto…».