“Molti professori vedono ancora oggi lo sport come un ostacolo allo studio, e invece gli studenti che praticano sport dovrebbero essere presi a esempio, perché riescono a coniugare due attività complesse…”. Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport, interviene al Meeting di Rimini durante il convegno “il coraggio della sfida” e dice ciò che tutti sanno. Sport e scuola dovrebbero andare a braccetto ma in realtà, tranne qualche virtuosa eccezione, sono ancora realtà distanti. Perchè la cultura dello sport a scuola non si insegna, perchè lo sport non è visto come attività complementare nei suoi valori alla crescita dei ragazzi, perchè ancora nelle pagelle lo sport non porta dote o la porta solo in minima parte, perchè allenamenti, gare, trasferte e impegni agonistici non vengono quasi mai “perdonati” ma spesso puniti senza nessuna tolleranza. Va così e basta chiedere. “I campioni in questo hanno un ruolo fondamentale -aggiunge il sottosegretario- Sono un esempio positivo e fanno capire che con il talento, senza lavoro, non si va da nessuna parte. Per tutta la mia carriera, e fino all’ultimo giorno, sono stata la prima a entrare in palestra e l’ultima a uscirne. Dobbiamo permettere ai nostri atleti di coniugare università e sport, così come dobbiamo portare lo  sport nel mondo universitario. E’ un obiettivo del governo. Dopo 18 mesi di pandemia, c’è bisogno di interventi strutturali che rimangano nel tempo, perchè quello dello  è un settore che produce il 2% del Pil ma l’Italia  è al quintultimo posto per numero praticanti sportivi”. Dati. Dati che impongono qualche riflessione anche però su come i i governi, prima con il premier Conte ed ora con Draghi, hanno affrontato l’emergenza. Dai divieti, alle chiusure alle riaperture lo sport è spesso venuto dopo,  “figlio minore” di un sistema produttivo che ha messo davanti altri settori considerati ( erroneamente) trainanti. Invece lo sport è un’industria che dà tanto lavoro e che sulla bilancia però può mettere anche altre voci fondamentali: dal risparmio per spesa sanitaria alla creazione di un benessere diffuso e di una cultura di valori sempre positivi.  E non è da tutti. Quindi fa bene Valentina Vezzali a “sferzare” prof e presidi  ma da sottosegretario ha anche altri poteri che vanno ben al di là della semplice “ramanzina” . Che ovviamente non basta.