Gallera: “La maratona? Insegna tante cose…”
«Sono felicissimo…». Giulio Gallera, ex assessore alla Sanità lombarda nel pieno dell’emergenza Covid, ed ora consigliere regionale azzurro, ha finito ieri la prima maratona della sua vita correndo in 4 ore e 26 minuti la Venice Marathon. Venezia è una sfida classica del calendario internazionale e neppure tra le più semplici visto che gli ultimi chilometri si corrono tutti su e giù da ponti costruiti apposta per passare la laguna. «In realtà non avevo in programma di correre qui – spiega – perché la maratona che ho preparato è quella del 5 dicembre a Valencia in Spagna, poi però mi ha cercato Giusy Versace che mi ha chiesto di partecipare per sostenere la sua associazione “Disabili no limits” e mi sono lasciato convincere. È stata una esperienza fantastica anche perché abbiamo avuto la fortuna di trovare temperatura fresca e sole, la giornata perfetta per correre una maratona». Gallera, 52 anni milanese, corre ormai da parecchi anni. La sua è una passione, come capita spesso, è nata per caso ed è poi diventata una buona abitudine da condividere con un gruppo di amici: «Sì in realtà è cominciato tutto tanti anni fa quando ero assessore al Decentramento del Comune di Milano – racconta -. C’era la Stramilano e con i Municipi avevamo organizzato una serie di iniziative con band musicali e gazebo per salutare e promuovere il passaggio della corsa. Poi quasi per gioco ho deciso di correrla. Pensavo che mai avrei finito quei 10 chilometri, invece…»[/TESTO]. Invece la corsa è entrata stabilmente nelle sue giornate. Prima dello scatenarsi della pandemia Gallera stava preparando la Maratona di Praga: «Correvo al Parco Sempione e sui Navigli più volte la settimana – spiega – ma poi è successo quello che è successo e il sogno è tornato in un cassetto». Ma quando uno si «fissa» con la maratona difficilmente torna sui suoi passi. Così dopo tanti chilometri, tante «mezze» maratone e dopo i 33 chilometri della Cortina-Dobbiaco che ha corsa già un paio di volte è arrivato al traguardo dei fatidici 42 chilometri e 195 metri: «La maratona e la corsa in genere – racconta – ti permettono di capire molte cose della vita e del lavoro: ad esempio che la fatica è sempre necessaria se si vuole ottenere qualcosa, che non bisogna mai scoraggiarsi alle prime difficoltà e che le scorciatoie spesso non portano da nessuna parte».