Morire in tangenziale a 20 anni facendo le flessioni: ma che sfida è?
Ci sono sfide e sfide. Alcune sinceramente incomprensibili a prescindere dall’età, dall’audacia, dal coraggio o dal valore che si dà alla vita. Due notti fa sulla tangenziale Est di Milano è morto un ragazzo di 20 anni. Travolto da alcune auto che alle tre di notte , al buio non l’hanno visto e l’hanno ucciso. Un automobilista, l’ultimo colpirlo, si è subito fermato, ha chiamato i soccorsi ma non c’è stato nulla da fare. Fine. La procura di Milano ha aperto un’inchiesta per capire la dinamica ma per capire soprattutto cosa ci facesse quel giovane in piena notte a piedi su una tangenziale. E le prime verità sono uscite oggi e sono agghiaccianti: era su un auto con altri quattro amici di rientro da una festa, si sarebbero fermati perchè dopo aver bevuto troppo uno di loro stava male e la vittima, si sarebbe messo a fare delle flessioni sulla seconda carreggiata della tangenziale Est di Milano in direzione Nord tra Camm e Forlanini. E’ questa l’ipotesi più accreditata tra gli investigatori della Polizia stradale, coordinati dal pm Francesco De Tommasi. Una sfida folle, una bravata, un gesto assurdo dettato dall’alcol o chissà da cos’altro. Molti giovani bevono, quasi tutti. Secondo un’indagine presentata qualche tempo fa a Milano da un istituto che studia le devianze risulta che più di un terzo dei ragazzi fa abitualmente uso di alcolici e super alcolici (44% degli uomini e 28% delle donne), mentre uno su 10 dichiara di usare droghe. Diverse le motivazioni che vanno dalla semplice volontà di “sballarsi”, all’identificazione nel gruppo, alla necessità di combattere la noia e l’ansia da prestazione sessuale. Ma soprattutto dall’ assurda convinzione che con l’alcol si possano cancellare difficoltà e sconfitte. Qualche anno fa per “Il Giornale” avevo intervistato Stefano Baldini che era in città per premiare i vincitori dei campionati studenteschi di atletica. “Chi fa sport- aveva detto il campione olimpico di Atene parlando con i ragazzi- impara a cavarsela nelle difficoltà di tutti i giorni. Chi fa agonismo capisce che nella vita si può vincere e perdere ma che ogni conquista dipende dal lavoro…”. Può sembrare una banalità, una frase di quelle che gli adulti dicono agli adolescenti e che gli adolescenti non ascoltano. Ma non lo è.