Zanardi è tornato a casa. La moglie: “E’ un combattente”
Alex Zanardi è tornato a casa. Il viaggio è ancora lungo ma , dopo l’incidente che un anno e mezzo aveva visto la sua handbike schiantarsi contro un camion, la notizia che abbia lasciato l’ospedale e sia tornato dalla sua famiglia a Noventa Padovana, è indubbiamente il più bel regalo di natale che i suoi potessero ricevere. «E’ un passo molto importante – racconta sia moglie Daniela pubblicata sul sito della Bmw- Abbiamo aspettato a lungo che ciò accadesse e siamo molto felici che sia stato possibile ora anche se in futuro ci saranno ancora dei soggiorni temporanei in cliniche speciali per effettuare misure di riabilitazione specifiche sul posto». Zanardi, che in tutti questi mesi ha subito diverse operazioni e che negli ultimi mesi era stato ricoverato anche all’ospedale di Vicenza e aveva iniziato un lungo percorso di riabilitazione neurologica e fisica, ora ovviamente continuerà nel suo ambiente familiare con l’aiuto di specialisti. Durante la settimana, un terapeuta lavorerà con lui su esercizi fisici, neurologici e logopedici. “Per quanto riguarda la sua condizione fisica, ci sono molti progressi- spiega la moglie- Alex guadagna sempre più forza nelle braccia, che è aumentata molto. Ed eccetto l’ospedale, dov’era per molto tempo a letto, ora passa la maggior parte della giornata sulla sedia a rotelle con noi. Si riposa solo un pò nel pomeriggio, dopo pranzo…”. Saranno la tenacia che non manca, l’ l’ambiente conosciuto, l’impegno e l’affetto della sua famiglia a fare la differenza: “Dopo il lungo periodo in ospedale è importante per lui tornare dalla sua famiglia e nel suo ambiente familiare- spiega Daniela Zanardi- Bisogna anche considerare che, a causa della situazione pandemica, per un anno e mezzo Alex ha avuto intorno a sé solo persone con mascherine e dispositivi di protezione. Inoltre, a causa delle ampie e importanti misure di protezione in clinica, le possibilità di visita sono ovviamente molto limitate. Quindi non ha incontrato amici e parte della famiglia per un anno e mezzo. Solo io, nostro figlio e la madre di Alex potevamo fargli visita, ma sempre solo una persona al giorno e solo per un’ora e mezza. Tutto questo non ha contribuito a rendere la situazione più facile per Alex. Aiuta quindi il fatto che ora sia a casa con noi, anche se attualmente può avere intorno solamente i familiari più stretti, dato che il numero di casi di Coronavirus sta aumentando di nuovo. Ma noi siamo con Alex tutto il giorno, lui è nel suo ambiente familiare e quindi può tornare un minimo alla normalità. Questo gli dà ulteriore forza. Siamo molto grati al personale medico delle cliniche in cui è stato curato. I medici, il personale sanitario, i terapeuti e tutti coloro che sono coinvolti hanno fatto tanto per Alex e continuano ad accompagnarci nella sua riabilitazione. Nelle cliniche Alex è in ottime mani, ma la sua casa è ancora la sua casa”. Una nuova strada quindi. Finalmente con un un orizzonte che lascia intravedere la speranza anche se il percorso non sarà nè breve, nè semplice: “Le battute d’arresto ci sono e il recupero è ancora lungo e non si possono fare previsioni- spiega la moglie- Ma Alex dimostra ripetutamente di essere un vero combattente»