Addio al Drali: il telaista che fece cambiare la bici a Coppi
Da Coppi a Magni, da Bartali a Binda, da Maspes ad Anquetil nel suo negozio di biciclette sono passati un po’ tutti. Perchè Drali era “Il Drali”, con l’articolo davanti come si dice a Milano. Beppino Drali, fisico minuto e faccia furba, se n’è andato il giorno di Natale. Se n’è andato a 93 anni dopo una vita passata tra telai e forcelle, senza dar disturbo perchè figli non ne aveva e sua moglie Marisa, dopo 62 anni passati insieme, l’aveva preceduto cinque anni fa. Una vita in officina, in quell’officina aperta nel 1925 da suo padre Carlo responsabile della squadra corse della Bianchi, quella di Fausto Coppi che è stato per sempre il suo mito e la sua passione. Sua madre voleva che studiasse e che trovasse lavoro in banca ma “il Beppino” come lo chiamavano tutti, non ci ha mai pensato e a 16 anni decise di seguire le orme paterne, frequentando con Ernesto Colnago la bottega del Pinella telaista e meccanico del Campionissimo. “Sono un piccolo sarto che ha fatto nella sua vita ciò che ha sempre desiderato fare…” raccontava spesso e così per quasi 77 anni ha messo a punto le bici nella sua bottega col suo immancabile cappellino da ciclista e la sua tuta blu: angolazioni, misure, canotti, pedivelle e colpo d’occhio. Soprattutto quello perchè Il Drali se eri messo bene in bici lo capiva con un’occhiata come quando convinse Coppi a passare da un telaio 61 ad un telaio di qualche misura in meno. Un bel pezzo di storia è passata dalle sue parti prima nella sua antica bottega in via Agilulfo, tra via Chiesa Rossa e via Neera, poi in via Palmieri, sempre nello stesso quartiere. Una storia formidabile che qualche anno fa si era interrotta e poi, fortunatamente è ripresa, riannodata e rimessa insieme da quattro amici,Gianluca Pozzi, Angelo Mantovani, Robert Carrara e Andrea Camerana, quattro imprenditori, quattro manager con una passione vera per le due ruote che nel 2017 avevano convinto “Il Beppino” a pedalare ancora un po’ e ora sono di fatto l’anima della Nuova cicli Drali. “Ti abbracciamo Pep, ci mancherai” hanno scritto sui social i suoi collaboratori di adesso e mancherà un po’ a tutti . A tutti quelli che passavano da lui anche solo per una chiacchiera rigorosamente in dialetto milanese e per sentirsi raccontare qualche bella storia di ciclismo. “Un po’ di giorni fa pedalavo con un gruppo di amici e ho detto loro voglio andare a conoscere il Drali- ha scritto in un post il sindaco di Milano Beppe Sala. Troppo tardi, ma rimarrai nel cuore di tanti milanesi e di tanti italiani. Anche nel mio…”