Domani mattina si corre la Stramilano. Dopo due anni di pausa per la pandemia torna uno dei riti sportivi milanesi di sempre: è da mezzo secolo che va così. Quarantanovesima edizione, un pezzo di storia di questa città. Perchè la Stramilano è Milano. Come il derby, come la prima della Scala, come il panettone o una passeggiata sui Navigli. «In questi anni, per Milano non è stato facile rinunciare a correrla – aveva detto il sindaco Giuseppe Sala pochi giorni fa alla presentazione- Questa è una manifestazione che la nostra città ama in maniera particolare, perché unisce il piacere della corsa all’aria aperta alla bellezza dello stare insieme, e soprattutto può essere corsa da chiunque: corridori professionisti, appassionati, bambini, famiglie, colleghi, ognuno con il proprio passo. È un appuntamento fisso la cui mancanza si e` fatta molto sentire. Per questi motivi sono sicuro che sarà una grande festa per tutta la città». Una magia che dura ormai da mezzo secolo anni e si ripete. Si perpetua nel segno di uno sport che è sì fatica ma che è diventato benessere e divertimento e può raccontare ogni angolo di questa città magari con un pizzico di malinconia se ci si gira indietro a guardare. Da piccoli, da giovani, da grandi, da genitori e da nonni ad applaudire sui lati di una circonvallazione. «Fai la Stramilano?» era e rimane la parolina magica. Ripetuta a casa, a scuola, in cortile con gli amici, tutti lì a provare ad allenarsi correndo come e dove capitava. La Stramilano è tutto ciò. Una serie di foto in bianco e nero che raccontano quasi mezzo secolo della storia di Milano. A cominciare dal latte della Centrale che tanti anni fa era sul tavolo dei ristori e che ora ha lasciato il posto agli integratori di sale e potassio. Dalle tute con le tre strisce sulle maniche che si usavano per fare ginnastica a scuola, ai body di oggi sempre più tecnici, attillati, traspiranti e leggeri come un soffio. Dalle Superga, dalle Mecap che andavano bene per tutto e anche per correre, alle scarpe ora sempre più tecniche con l’intersuola, il gel, le solette ammortizzanti, universali o per pronatori. Che forse non faranno la storia ma sono davvero tutta un’altra storia. Anche agonistica. Dalla mezza maratona milanese che oggi per darsi un tono è diventata «half» sono passati tutti i grandi del mezzofondo mondiale. Da Fava, Bordin, Poli, Cova, Pizzolato e Baldini ai grandi stranieri come De Castella, Kedir, Tanui e Tergat. Gente che ha fatto la storia di uno sport che la Stramilano ha contribuito a far conoscere e a far diventar grande. Domenica a giocarsela ci saranno tanti campioni di oggi: stessa sfida, magari un po’ più veloci. Ma ci saranno come sempre i cinquantamila, uno più uno meno, che partiranno da piazza Duomo correndo, camminando e magari improvvisando un po’. E’ il cuore vero della Stramilano. Perchè anche se quella di domenica è l’edizione numero 49, la Stramilano è un rito che si rinnova. Tutto come sempre. Con le tre gare: la Stramilano dei 50.000, la Stramilanina per i bimbi e Stramilano Half Marathon per campioni e tesserati. Con il via da piazza Duomo, con Giorgia Rossi che farà da madrina, con la musica, le migliaia di palloncini bianchi lungo il percorso, il passaggio da Piazza Castello, l’arrivo all’Arena Civica «Gianni Brera». Con i due colpi di cannone del Reggimento di Artiglieria a cavallo «Voloire» e le trombe della Fanfara dei Bersaglieri. Con i runner travestiti da Superman, con la parrucca, tecnici, in tuta, preparati e improvvisati, che correranno con il loro cane. Tutto come sempre con i ristori presi d’assalto e con chi si porta anche qualcosa a casa. Tutto come sempre con qualche politico, qualche vip, con i campioni veri e quelli che se la credono. Con il tempo passa e la Stramilano che resta.