Lo sport cerca energia: ma 6 impianti su dieci non sono più sostenibili
Impianti troppo vecchi ed energivori. Prima la pandemia e il lockdown, poi la guerra in Ucraina, la crisi economica e i costi di gestione lievitati all’impossibile. Lo sport amatoriale lombardo ha il fiato corto, ha impianti vecchi, poco sostenibili e si sta perdendo per strada società, amatori ma soprattutto ragazzi. In grande sofferenza è l’attività di base dove molti sodalizi dilettantistici, che vivono di un volontariato «eroico», sono stati costretti in questi ultimi anni ad alzare bandiera bianca. Secondo una rilevazione fatta dalla Uisp, l’Unione italiana sport per tutti, negli ultimi tempi il calo dei minori che hanno praticato sport di base in regione è stato del 12,4 per cento e va aggiungersi ai tanti giovanissimi che in questi due anni si sono persi per strada a causa della pandemia.
Non solo. Si fanno i conti con un calo sensibile dei tesserati tra i ragazzi anche perché molte famiglie, alle prese con rincari e bollette, tagliano le spese e tra le prime purtroppo ci sono sempre quelle destinate allo sport. Una china difficile da risalire che rischia di ridimensionare lo sport agonistico ma anche la pratica amatoriale che ha effetti diretti (e benefici) sulla salute pubblica e su quella sociale.
La Lombardia è infatti la prima regione in Italia per numero di società sportive, la seconda per impiantistica sportiva e la prima per incidenza sul numero di tesserati. Di contro, dei circa 20mila impianti sportivi presenti nella regione, più del 60 per cento è stato creato prima del 1990 e solo l’1 per cento è stato pensato per essere munito di pannelli solari, termici o fotovoltaici. Se a ciò si aggiunge che nell’ultimo anno i costi del riscaldamento degli impianti sono passati da 0,42 euro a 1,5 euro al metro cubo e il costo dell’energia elettrica è cresciuto da 0,22 a 0,55 a kWh si fa presto a capire che l’allarme è più che rosso.
Questi sono alcuni dei numeri emersi durante il convegno «Big Bang – Nuove energie in rete: soluzioni sostenibili per lo sport sociale» che si è tenuto nei giorni scorsi all’Anteo Citylife di Milano e organizzato da Uisp al fine di fare rete e trovare soluzioni comuni tra le società e gestori di impianti lombardi. Dati che descrivono la situazione di una regione votata allo sport, ma che soffre di obsolescenza nella propria impiantistica. Qualche aiuto è arrivato ma non basta.
Per fronteggiare questa emergenza lo Stato ha stanziato per tutto il Paese 50 milioni (poco più di duemila euro per ogni struttura), cifra che però non copre nemmeno un mese di spese energetiche. Mentre la Regione Lombardia ha messo a disposizione 32 milioni per sostenere l’efficientamento energetico della propria impiantistica con un fondo rivolto ai gestori ma a cui si poteva accedere fino a fine ottobre.
Servono quindi nuove soluzioni che permettano di affrontare la crisi energetica in atto: «È più che mai indispensabile un piano di rigenerazione dell’impiantistica sportiva che permetta agli impianti esistenti di affrontare le sfide legate alla sostenibilità e alle crisi energetiche – spiega Antonio Iannetta, presidente di FAST -. Al fine di poter continuare a garantire l’accesso all’attività fisica a tutti i cittadini è fondamentale intervenire fin da subito e farlo con la corretta progettualità sull’impiantistica e valutando la possibilità di aderire a comunità energetiche».
Le prossime Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 sono un’ottima occasione per rivedere e progettare l’impiantistica sportiva e le modalità di approvvigionamento energetico, non solo della Città Metropolitana di Milano, ma in tutta la Lombardia. «Abbiamo fortemente voluto questo ciclo di incontri, siamo consapevoli delle difficoltà che i gestori di impianti sportivi, le ASD e le SSD hanno affrontato e stanno affrontando in questi mesi, – spiega Geraldina Contristano, presidente di UISP Lombardia – come UISP abbiamo sentito la necessità di offrire ai nostri associati, e non solo, la possibilità di valutare soluzioni concrete ai problemi legati al caro energia. Questi convegni forniscono l’opportunità di fare rete e avere il supporto di specialisti del settore che informano sulle soluzioni più efficaci e innovative per raggiungere la sostenibilità delle proprie attività».