Dodici ore sui pedali per raccogliere fondi con Acrosslimits
«Pedalare per aiutare chi aiuta…». Sabrina Schillaci, architetto di Besana Brianza, da qualche anno è salita in bici, «obbligata» da un destino che l’ha messa di fronte ad un incidente che, dopo un tuffo in mare, ha cambiato per sempre la vita di suo marito obbligandolo su una sedia a rotelle e quindi anche la sua. Così, tra ospedali e cure è andata alla ricerca di un nuovo equilibrio e di una nuova normalità che è arriva grazie allo sport. Con il suo progetto «Race across limit» la Schillaci ha cominciato così a girare l’Italia in bicicletta raccogliendo fondi per C.O.ME. Collaboration Onlus, una fondazione che si dedica all’osteopatia, alla ricerca e a progetti sui bimbi prematuri, quelli nei Paesi più poveri del mondo ma soprattutto ai trattamenti osteopatici ai neonati e bimbi disabili. Ed altro ancora. Sabato 21 gennaio si ricomincia. Si riparte da una pedalata indoor al Pain Cave di Milano in via Policarpo Petrocchi 10, che metterà sui rulli cinque squadre guidate da cinque capitani d’eccezione: Sonny Colbrelli, Filippo Pozzato, Justine Mattera, Stefania Andriola e Luca Gregorio, amici e campioni dello sport che hanno accolto con entusiasmo l’invito ad una giornata di sport e di donazioni che andranno in beneficenza. «Pedaleremo per dodici ore filate dalle 9 alle 21- spiega la Schillaci- Ogni atleta si darà il cambio dopo un’ora e cominceranno proprio i capitani. Una sfida che servirà a raccogliere fondi con donazioni che si potranno fare sul posto. L’obbiettivo non è ovviamente vincere ma fare del bene con lo sport». Per partecipare, ma sono rimasti ancora pochi slot disponibili, bisognerà inviare una e-mail all’indirizzo raceacrosslimits@paincave.it ed indicare con quale capitano si vuole gareggiare. E’ una sfida dove l’agonismo conta ma conta sicuramente di più lo spirito che Sabrina Schillaci mette da sempre nelle sue imprese sportive: «Io pedalo solo per raccogliere fondi per una causa in cui credo- spiega- per far conoscere alla gente il tema della disabilità e per spiegare a tutti che anche dopo una disgrazia che ti cambia la vita ci si può rialzare, si può ricominciare».