03Apr 23
L’Eroica a Bruxelles e l’Europa “prende appunti”
Auto elettriche dal 2035, e-fuel, biocarburanti, etichette di pericolo sul nostro vino meraviglioso, battaglie politiche, alleanze, dispetti…In Europa spesso ci «bastonano» ma quando si tratta di pedalare, di pedalare come si faceva una volta, non abbiamo rivali. E allora, come cantava qualcuno qualche anno fa «andiamo a comandare». L’Eroica, la più grande Woodstok a pedali del tempo che fu e che sarà, quel fenomeno ciclistico e culturale che da Gaiole in Chianti sta conquistando mezzo mondo, è sbarcata pochi giorni fa nelle sale del Parlamento di Bruxelles e ha messo tutti d’accordo. Brillano gli occhi davanti a tanta meraviglia italiana, toscana, nostrana. «Siamo qui a Bruxelles -spiega Giancarlo Brocci, ideatore dell’Eroica- grazie ad un graditissimo invito del vicepresidente Roberts Zile e dell’onorevole Carlo Fidanza affascinati dal ciclismo eroico e dalle opportunità valoriali che offre. Partendo dalla provincia di Siena oggi l’Eroica porta gioia ovunque e favorisce lo sviluppo del territorio. Dunque, tanti guardano a Gaiole in Chianti come un modello di sviluppo da tutelare con il supporto delle Istituzioni, ad iniziare dal Parlamento Europeo e dal ministro Gilberto Pichetto Fratin che sta sostenendo questa nostra iniziativa a Bruxelles”. E così l’Eroica, esempio di come la storia e le tradizioni del ciclismo possano essere il futuro sostenibile che da queste parti tanto piace, diventa una mostra di un paio di giorni dove il made in Italy è fatto di bici in acciaio, di vecchi borracce, di maglie di lana, tubolari, incontri, passione e amore. E altro ancora. Perchè l’Eroica non è solo una sfida per fissati che pedalano e provano a capire che fatica facevano ai loro tempi Bartali e Coppi. L’Eroica è un modello di «business» moderno che da Gaiole e Montalcino sta pian piano conquistando il mondo dall’Australia al Giappone, dalla Germania all’Austria, dalle Dolomiti al Gran Sasso. Innamorati e rispettosi di uno sport eterno che rende onore a ciò che è stato e a ciò che sarà. E se i francesi con la loro solita «puzzetta» sotto il naso hanno catalogato ad una ad una le pietre della Roubaix e guai a chi gliele tocca; e se i belgi hanno fatto lo stesso con i loro sacri «muri» della Fiandre da noi ci ha pensato l’Eroica a rendere «monumento» le strade bianche che in Toscana sono diventate patrimonio italiano e non solo italiano. «Strade Bianche» capite, difese e valorizzate da chi ha avuto tanti anni fa un’idea ciclistica che non era solo un’idea ciclistica ma l’illuminata preveggenza che così, oltre a difendere un magico patrimonio di borghi, casali, colline e vigne, si metteva in essere la più formidabile operazione di tutela del patrimonio sportivo, storico e culturale mai fatta nel nostro Paese. L’Eroica in val d’Orcia, nel Chianti ma forse ovunque è un museo a cielo aperto, il futuro per uno sport e per la tutela di un paesaggio che non può prescindere dalle sue origini. «L’Eroica è figlia delle mie passioni di ragazzo- ripete ogni volta che glielo chiedono Brocci- Figlia dell’eco che ancora era molto forte attorno al duello sportivo del secolo fra Bartali e Coppi, il più seguito nel mio bar di bambino». E’ l’essenza di uno sport popolare che più popolare non si può, che affollava le case dei paesi dove c’era la televisione, che ancora affolla le strade. L’Eroica è riuscita nella magia di fermare il tempo frullando insieme passato e futuro di uno sport immortale. E’ Natale con la sua vigilia, la sua attesa, i suoi doni sotto l’albero. Sono bici, scarpe, maglie, cappellini, barbe e baffi antichi. Persone, amici, che si conoscono, che si ritrovano, che si ricordano. Come una volta, senza esibizionismo, senza recite. Sono strade bianche, sudore, qualche bicchiere di Chianti e anche un piatto di ribollita. L’Eroica è senza tempo. E’l’elogio della lentezza in una vita che impone invece di andare veloci. Sempre più veloci. Qui invece ognuno ha la sua di velocità e anche chi va piano a suo modo va veloce. Basta intendersi. All’Eroica si torna padroni del tempo. Conviene sempre riappropriarsi del tempo che si consuma e ci consuma, spezzettarlo, sbocconcellarlo, masticarlo a lungo. L’Eroica è la quintessenza del vivere lieve. Per essere Eroici bisogna conoscere la storia, l”anima e la meccanica del ciclismo ma anche della vita. Che è stile, benessere, e rispetto. Che è amore per lunghe distanze, che è fermarsi quando si incontra qualcun altro in difficoltà, che è un mondo a parte. Un mondo di romantici impallinati che credono di aver capito tutto. Ma in realtà, tolto «il Brocci» come lo chiamano a Gaiole dalle sue parti, cos’è l’Eroica non lo sa nessuno. E, per una volta, l’Europa prende appunti.