Roubaix, vince Van der Poel ma anche gli altri sei…
“Filippo Ganna solo sesto…”. Chi fa i titoli in queste ore non si rende conto forse di cosa sia correre una Parigi- Roubaix ad oltre 46 all’ora di media. Non si rende conto di cosa sia quel fenomeno di Mathieu van der Poel ma anche quel fenomeno di Wout Van Aert e , oggi, quel fenomeno di Jasper Philipsen. Quindi il “solo” sesto andrebbe rivisto nella sostanza considerando che per l’azzurro è stata un Roubaix corsa tra i protagonisti fino ad una quindicina di chilometri dalla fine quando la corsa è esplosa, quando Van Der Poel ha acceso il turbo travolgendo un paio di compagni d’avventura che si è trovato di fronte, quando Van Aert gli si è accodato prima di fermarsi per una foratura. “Ho capito subito che Wout aveva avuto un problema altrimenti saremmo con tutta probabilità andati al traguardo insieme- ha detto il campione olandese dopo la vittoria- Ma oggi mi sentivo fortissimo. Questa è la mia migliore stagione di classiche di sempre, finirla così è un sogno”. Una Roubaix che arriva dopo la Milano-Sanremo e che va ad aggiungersi a due Giri delle Fiandre e che mette il campione olandese in lista per aggiudicarsi tutte e cinque le corse Monumento visto che gli mancano ora solo la Liegi e il Lombardia. La 120ma Roubaix va in archivio nel segno dello spettacolo. Nel segno di un ciclismo che ormai grazie, ad una generazione di fenomeni, sta affascinando anche chi magari qualche anno fa non lo metteva certo in cima alla lista delle sue passioni. Van der Poel, Van Aert, Pogacar, Evenepoel, Ganna, Pedersen una lista infinita di ragazzi che in sella ad una bicicletta stanno scrivendo pagine di spettacolo puro, di potenza sportiva assoluta, di sana rivalità, di sfide spietate ma leali, di cavalleresca competizione. Vincono, perdono, appassionano un popolo sempre più coinvolto e numeroso. Perfetti protagonisti di una storia che da Oudenaarde a Roubaix, da Sanremo a Liegi ha sempre scelto grandi attori. Non ci sono comparse in questo ciclismo. Non ci sono mezze misure, soprattutto dopo una Roubaix corsa così, che ti attacca alla tv, che ti fa sussultare, che ti fa gioire o disperare perchè qualcuno che sta nel tuo cuore perde dieci metri sulle pietre del del Carrefour del l’Arbre o perchè fora mentre sta volando verso il Velodrome. Vince Vdp, perdono tutti gli altri perchè questa da sempre è la regola del ciclismo. Ma in questo ciclismo di fenomeni oggi tutti quei sette che hanno cercato gloria negli ultimi 90 chilometri dell’inferno del Nord a loro modo una vittoria l’hanno portata a casa. Anche Filippo Ganna che è arrivato sesto. E non “solo” sesto