Il Tour è il Tour a prescindere. E i francesi se lo tengono da conto, come gli inglesi con Wimbledon. Il Tour è il Tour con i suoi riti, con il suo traguardo finale sui Campi Elisi che guai a toccarlo, con un Pease che per tre settimane si muove con la corsa, vive con la corsa, respira e sussulta con la corsa. Tv e giornali compresi. Da noi non va così. Bisogna rassegnarsi. Da noi il Giro arriva sempre un po’ dopo.  Però così i francesi hanno costruito il mito della Grand Boucle, terzo evento sportivo al mondo dopo i mondiali di calcio  e le olimpiadi.

Un business enorme con un giro di sponsor che supera i 150 milioni e con cifre da capogiro per chi arriva primo a Parigi, per chi vince le tappe o indossa la maglia gialla anche per un sol giorno . Chi vince un Tour de France resta nella storia anche se poi magari lo cancellano. Chi vince il Tour de France svolta nella via che porta alla gloria sportiva. Il Tour è il Tour ovunque sia, dalla Spagna, dai Paesi Baschi, da Bilbao che per l’occasione sarà tutta colorata del giallo.

Domani si parte. Il via a mezzogiorno e mezzo davanti allo stadio San Mames, vera e propria cattedrale laica dell’Athletic Bilbao sin dal 1913.  Edizione numero 110, tre settimane, 21 tappe, 3.404 chilometri con al via 22 squadre, 176 corridori. Otto le tappe di montagna, che toccano tutte le catene del cosiddetto esagono (Pirenei, Massif centrale, Jura, Alpi e Vosge), la cima più alta è il Col de la Loze, a quota 2304 metri. Cinque arrivi in salita, quattro frazioni miste e sette prove adatte ai velocisti. Con i suoi 3.300 metri di dislivello sarà terreno di caccia per uomini forti. Con 30 passi (un record) e una sola cronometro, di 22,4 km e in salita. La corsa potrebbe essere indirizzata dal finale della seconda settimana quando affronterà tre tappe di montagna una di seguito all’altra. L’arrivo sul Grand Colombier, un’altra tappa con arrivo in discesa a Morzine dopo il Col de Joux Plane e una terza con salite più impegnative nel finale.

In griglia tutti i migliori. Adriano De Zan l’avrebbe definito un “parterre de roi” e in effetti la lista di partenza del Tour 2023 è regale. Ci sono tutti i migliori da Pogacar a Vingegaard, da Van Aert a Van der Poel, da Alaphilippe a Bernal, Landa, Yates, Pidcock, Pinot, Bilbao, Cavendish, Hindley, Carapaz, Uran, Gaudu, Jakobsen, Bardet. Gli unici grandi assenti sono Remco Evenepoel, Primoz Roglic e Geraint Thomas che un po’ mancheranno…

Ultima volta per Pinot e Sagan. E’ il Tour dei saluti, anzi dell’addio per due corridori che hanno lasciato un segno. Soprattutto tra i francesi Thibaud Pinot, uno dei più amati e deipiù  grandi e sfortunati campioni transalpini  dell’ultimo decennio. A 33 anni, dopo aver vinto tappe in tutti i grandi giri,  lo scalatore francese saluta tutti e andrà a vivere a Melisey, la cittadina di 1.500 anime, dov’è nato. Ultimo Tour anche per Peter Sagan, un pezzo di storia del ciclismo con i suoi tre titoli mondiali, che arriva a Bilbao ormai da ex, con qualche chilo in più e con una fresca condanna a tre mesi con la condizionale che il tribunale di Monaco dove risiede gli ha “affibbiato”  per aver guidato uno scooter in stato di ebbrezza.

Solo sette italiani al via. Da oltre  trent’anni a questa parte è il numero più basso, mai così pochi dal 1986 quando furono soltanto 6. Il più atteso è Giulio Ciccone, capitano della Lidl-Trek che nel 2019 indossò la maglia gialla per 2 giorni. Punta a qualche tappa invece Alberto Bettiol (Ef), che dovrà però dare sostegno al suo capitano Richard Carapaz. Avrà compiti importanti anche Matteo Trentin (Uae-Emirates), gregario di lusso per Pogacar. Jacopo Guarnieri (Lotto-Dstny) sarà prezioso nel treno di Caleb Ewan, Gianni Moscon dopo il Giro è pronto ad affrontare il Tour, Daniel Oss sarà come sempre il compagno numero uno di Peter Sagan, mentre Luca Mozzato cercherà di mettersi in mostra in volata con l’Arkea.

Come lo scorso anno, saranno in due a giocarsela: Tadej Pogacar contro Jonas Vingegaard, il team Emirates contro la corazzata Jumbo Visma, per un un duello con pochi altri outsider. Chi arriverà per primo riceverà in premio 500 mila euro ma poi passerà all’incasso monetizzando la gloria che il Tour trasforma in moneta sonante. E intanto si scommette (e parecchio) su chi arriverà i giallo sui Campi Elisi.

Per i bookie sarà duello praticamente alla pari: il bis del danese infatti si gioca a 2 su 888sport e 2,05 su Scommessemania, contro la vendetta di Pogacar, campione nel 2020 e 2021, vista tra 2 e 2,15. Tra le possibili sorprese occhio alla coppia Jai Hindley, dato vincente a 15,40, davanti a Enric Mas a 21, con Richard Carapaz lontano a 31 volte la posta. Impresa praticamente impossibile per l’Italia, con Giulio Ciccone, primo in lavagna, offerto addirittura a 101 volte la posta. Tadej Pogacar potrebbe mettere già le cose in chiaro dalla prima tappa, dove è il favorito, a quota 3,75, davanti a Mathieu Van der Poel a 5,35 e Wout Van Aert dato a 6.

Niente Covid, ca va sans dire…Sarà una grande festa del ciclismo sia in corsa sia sulle strade. Così assicura entusiasta Christian Prudhomme, direttore del Tour che nei giorni scorsi ha ribadito come l’esperienza del Giro, con i tanti casi di Covid, costringerà anche la Boucle a una piccola bolla sanitaria ma, così ha chiarito con una comunicazione ufficiale l’Uci,   senza obbligo di espulsione per eventuali positivi. DEcideranno le squadre con medici e direttori sportivi

Più sicurezza dopo la morte di Gino Mader. Per tutti le immagini della caduta fatale a Gino Mader al Giro di Svizzera restano scolpite nella mente e probabilmente lo saranno per sempre. Gli organizzatori, in un’edizione con complessivi 56mila metri di dislivello,  spiegano di aver dato grande attenzione alla sicurezza sul percorso e di aver fatto tutto il possibile per limitare i rischi. Previsti reti di contenimento e parapetti imbottiti in alcune curve delle dsicese per evitare che i corridori cadano nel vuoto.

La Corsa in diretta tv . Sarà possibile seguire tutte le tappe sia sulla Rai sia su Eurosport. Inoltre, sarà possibile seguire la Grande Boucle anche in diretta streaming su Rai Play, Eurosport Player e Discovery+ Per quanto riguarda i canali Rai, la diretta televisiva sarà garantita su Rai 2 a partire dalle ore 14.45 circa su Eurosport 1, invece, la diretta televisiva sarà integrale. Su entrambe le reti sono previste anche delle trasmissioni dopo tappa.

Tensioni in Francia. C’è preoccupazione per le violenze e le tensioni sociali che stanno incendiando il Paese dopo l’uccisione di un giovane a un posto di blocco a Nanterre, martedì scorso. Sono oltre 28.000 gli agenti e i vigili del fuoco al seguito permanente della corsa, 1000 i volontari formati al seguito della corsa che dovranno anche vigilare su possibili azioni di disturbo. Due motociclisti della gendarmeria precederanno il gruppo dei corridori per controllare che non si ripetano le invasioni dell’anno scorso quando c’erano state diverse proteste come quelle degli ambientalisti contro i cambiamenti climatici che imposero una sospensione di 10 minuti della decima tappa.

 

 

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