Fine. La Vuelta di Remco Evenepoel finisce sul Tourmalet ed ora si tratterà di capire chi della Jumbo arriverà per primo domenica a Madrid. Se Sepp Kuss che sarebbe il terzo “calabrone” a vincere un grande Giro nella stessa stagione, se Jonas Vingegaard o Primoz Roglic per una “doppietta” da incorniciare. Già domani qualcosa si chiarirà ma intanto si cerca di capire cosa è successo al campioncino belga che è arrivato in cima con 27 minuti di ritardo. “Sarà tutta una questione di gambe…” aveva detto le sera scorsa a chi gli chiedeva un pronostico sulla tappa più dura dei Pirenei. E le gambe evidentemente oggi non c’erano, lo hanno piantato in asso sul Col d’Aubisque la prima grande salita della giornata a 90 chilometri dall’arrivo: un’infinità. Ed è stata una deriva inarrestabile, una batosta storica, una “lezione” che gli ha spento i sogni e lo sguardo che è finita con un “no comment” che vale più di tante parole. Il campione del mondo a cronometro è arrivato  sotto il traguardo quando stavano terminando le cerimonie di premiazione, atteso da una ventina di fotografi che sembravano più un plotone di esecuzione: stanco, con il viso tirato, scortato da quattro compagni di squadra che non lo hanno mollato un attimo. Uno slalom veloce tra le barriere, il cambio  di indumenti sotto la tenda d’arrivo e poi via in discesa verso il bus della Soudal-QuickStep che lo aspettava quattro chilometri più in basso.  Bocche cucite anche intorno a lui. L’unico a rispondere all’assalto dei cronisti fiamminghi è Pieter Serry: “Se non funziona non funziona- ha tagliato corto davanti ai microfoni della rete televisiva belga Sporza– Cosa dovrebbe dire? Abbiamo tutti cercato di fare del nostro meglio e non c’è vergogna… Ora proviamo a premere un interruttore e ad andare avanti, cercheremo un vittoria di tappa…”. Qualche ora più tardi è arrivato anche un comunicato della squadra che aggiunge quel poco che si può aggiungere ad una giornata nera come la pece che si vuole dimenticare il più in fretta possibile: “Non possiamo dire molto sulla tappa di oggi- spiega il direttore sportivo della Soudal Quick-Step Klaas Lodewyck– È stata semplicemente una brutta giornata per Remco: non era né malato né infortunato. E’ un peccato può succedere, il ciclismo non è una corsa simulata e siamo tutti esseri umani. Stasera ci siederemo come squadra, valuteremo cosa è successo e rivedremo i nostri obiettivi per il resto della gara». E alla fine arriva anche il tweet del belga: “Quando provi a dare tutto, non ci sono rimpianti. Oggi il serbatoio era semplicemente vuoto. Grazie al team per il supporto e per essere rimasto con me fino alla fine. I lupi non si arrendono mai…”.Dopotutto, domani è un altro giorno…