Salvini dà via libera alle bici ma frena i monopattini
«Se vado in moto? No, io solo in auto e in bici…Però vengo spesso ad Eicma con mio figlio e credo anche che le due ruote siano il futuro della mobilità e in questa direzione contiamo di investire sempre di più…». Che detto dal ministro Matteo Salvini che spesso su Area C, area B, ciclabili, città a 30 orari e via elencando è andato in rotta di collisione con il sindaco Beppe Sala e compagni è un bel segnale di distensione e di dialogo.
Di mobilità se ne può parlare, anzi se ne deve parlare, fermo restando che per tutti coloro che si muovono sulle strade ci devono essere rispetto e regole perchè «è importante che la mobilità non venga vissuta come un antipatico derby tra bici, moto e automobili» spiega il ministro. Le città devono essere vivibili per tutti, non ci dev’essere uno scontro tra chi si muove in bicicletta, in moto o in auto». Si parte da qui. E dal nuovo Codice della strada che il governo spera di approvare entro Natale e su cui molto si è detto e scritto spesso a sproposito.
Così, inaugurando l’80ma edizione di Eicma, il salone del Ciclo e motociclo che si terrà nei padiglioni della Fiera di Rho fino a domenica, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ne approfitta per fare un po’ di chiarezza. Dall’esame per la patente che potrebbe esser rivisto alla patente a punti, che ha perso negli anni la sua funzione educativa, fino ai monopattini: «Nel nuovo codice ho richiesto personalmente nuove disposizioni per questo tipo di mezzi – spiega – Non è una crociata ma avere monopattini che vanno a 50 km/h non se ne può più. Fra Milano e Roma, non so quale situazione di maggior abbandono ci sia per i monopattini, buttati in mezzo alla strada con tanti saluti per rampe per i disabili, per i passeggini, per gli anziani.
Quindi, regole nuove perché il Codice del ’92 non poteva prevedere: non potranno andare in tangenziale, avranno la velocità limitata per norma e avranno un numero di matricola, per poter risalire al conducente che si rende protagonista di comportamenti irrispettosi verso gli altri». Primo punto fermo. Poi le bici che, soprattutto nelle grandi città in questi ultimi anni sono diventate parte importante delle nuova mobilità sostenibile, una crescita esponenziale che, soprattutto a Milano, ha però pagato un caro prezzo in termini di sicurezza e di vite umane.
«Nel nuovo Codice non ci sarà nessun onere a carico delle biciclette, al contrario di quanto qualcuno ha scritto – puntualizza il ministro – Quindi niente imposizione di targhe o assicurazioni per le bici, che continueranno a circolare come ora. Sto lavorando per capire se si possono inserire nel Codice della Strada regole come la distanza con cui si può superare un ciclista ma non so quanto saranno applicabili. È giusto un metro e mezzo, ma poi abbiamo molte strade che hanno una carreggiata poco più grande ed è impossibile…».
E poi ovviamente le moto, perché qui all’Eicma di questo si parla e di questo si tratta: «La moto è bellezza ma dev’essere vissuta sempre più in sicurezza – spiega Salvini – Dai dati che abbiamo a disposizione nel 2022 abbiamo più di 1.000 caduti tra moto e biciclette. Già da settimana prossima spero si possano sbloccare dei fondi di alcune decine di milioni stanziati, ma non sempre spesi, per la messa in sicurezza delle strade con guard-rail salvavita, che troppo spesso sono un problema nel problema per le due ruote. I soldi ci sono ed è fattibile, bisogna mettersi d’accordo con gli amministratori locali». Fondi che tornano anche quando si parla di Milano: «C’è gente che continua a dire che non ci sono soldi manco per il Ponte – taglia corto il ministro – Per Milano e la Lombardia ci sono una quantità di risorse che hanno pochi precedenti nella storia. Sulla tranvia Milano-Limbiate più che metterci 88 milioni recuperando anni di ritardo dovuti ad altri e non a noi è difficile fare…».