“Giro d’Onore” per il ciclismo azzurro. Al Teatro Manzoni di Milano è andata in scena la festa di fine d’anno delle due ruote italiche, una tradizione ormai  per la Federazione Ciclistica Italiana che è arrivata alla 18esima edizione. Ad alternarsi sul palcoscenico dello stoico teatro milanese oltre 90 atleti ed atlete per ricordare i successi della stagione: da Filippo Ganna a Lorenzo Milesi, da Vittoria Guazzini a Letizia Paternoster e Martina Fidanza, da Mirko Testa a Claudia Cretti, dagli juniores protagonisti dei mondiali su pista alle stelle del fuoristrada come Luca Braidot, Eleonora Farina e Fabian Rabensteiner. A fare gli onori di casa il presidente Cordiano Dagnoni che ha colto l’occasione anche per consegnare i premi alla carriera a Vincenzo Nibali, Marta Bastianelli e Liam Bertazzo e un riconoscimento speciale a Vittoria Bussi, che ad ottobre ha riportato in Italia il record dell’ora femminile.  «Questa è stata un’altra annata straordinaria- ha detto il presidente Fci-nonostante i numerosi quarti posti che ci hanno un pò penalizzato, abbiamo raccolto 120 medaglie che mi riempiono d’orgoglio. Voglio iniziare con una parola: grazie. A tutte le componenti del nostro movimento, dagli atleti allo staff azzurro, passando per i dirigenti ed i collaboratori, il personale federale ed i partner che hanno scelto di sostenerci in questo percorso. Alcuni di loro ci stanno vicino da tanto tempo, altri si sono avvicinati a noi solo da pochi mesi. Insieme condividiamo non solo le vittorie, ma i valori che sono alla base del ciclismo: passione, lavoro e spirito di squadra. Un grazie va soprattutto alle società di base, che ci aiutano a far crescere i futuri campioni delle due ruote: noi ci limitiamo ad ottimizzare il loro lavoro e siamo contenti di poterli gratificare con risultati importanti come quelli ottenuti in questo quadriennio». Tra gli ospiti anche la nazionale azzurra femminile di basket  insieme a tutto lo staff guidato dal presidente Fip Gianni Petrucci: «È un grande onore per noi essere qui – ha dichiarato il ct Andrea Capobianco – Ci godiamo un pomeriggio di riposo dopo la vittoria di ieri. Ci sono stati momenti di difficoltà nel corso della partita con la Grecia ma li abbiamo superati col cuore, oltre che con la testa. Un pò quello che fate voi ogni volta che affrontate una prova faticosa in bicicletta». «Il  ciclismo è sport di miti – ha sottolineato il residente Petrucci – una disciplina che è sempre rimasta nel mio cuore, anche nel periodo in cui sono stato presidente del Coni. È lo sport più amato in Italia, forse anche più del calcio…”. Il 2024 è alle porte e sarà l’anno dei Giochi di Parigi: «Le qualificazioni hanno portato ad un innalzamento del livello complessivo ed anche, come nel caso del paraciclismo, a un aumento della concorrenza- ha concluso Dagnoni- Il ciclismo italiano  in ottica olimpica, ha mostrato di essere competitivo in tante categorie. Non solo Parigi 2024, ma l’obiettivo sarà anche quello di Los Angeles. I successi degli juniores ci dicono che anche per le Olimpiadi 2028 stanno crescendo talenti in grado di raccogliere l’eredità dei campioni attuali».