Parsani in handbike in Arabia: dopo 18 giorni raggiunto il Mar Rosso
Continua il viaggio del «prof» Matteo Parsani, docente presso la King Abdullah University of Science and Technology (KAUST), che sta attraversando l’Arabia Saudita su una handbike. E continua il suo diario che racconta giorno per giorno un’avvventura di oltre 3mila km che non è solo una sfida fisica ma un messaggio di speranza per chi deve fare i conti con le difficoltà quotidiane della disabilità e soprattutto un esperimento scientifico e tecnologico. Parsani, 42 anni, bergamasco che dal 2017 convive con una lesione midollare a causa di un incidente stradale, è costantemente monitorato da tecnologie all’avanguardia sviluppate da cinque laboratori scientifici del Kaust e i dati biologici raccolti dal Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute di Costa Masnaga (LC) permetteranno (grazie anche ad algoritmi di intelligenza artificiale) di valutare gli effetti di un’attività fisica estrema sul sistema nervoso di una persona con una lesione spinale. Nella lingua araba «Athar» significa «lasciare un segno» ed «Athar East to west» ciò vuole significare. Il via da Damman, il 17 dicembre scorso poi il deserto fino ad AlUla e dopo aver fatto tappa nelle città più importanti dei musulmani, Medina e La Mecca tornerà a nord, a Jedda, prima di giungere al Kaust, dove il 17 gennaio dove si concluderà l’impresa.
GIORNO 13: CAPODANNO NELLA CITTA’ DI ROCCIA
È il primo di gennaio e l’anno comincia con un regalo: la visita ad Hegra, un’antica città nascosta nella roccia, tra distese di sabbia che si estendono per chilometri. È una delle attrazioni più importanti dell’Arabia Saudita, che si sta aprendo al turismo. Di solito, ci si arriva solo con dei pullman speciali, ma per noi le autorità fanno un’eccezione, permettendoci di arrivare fin lì in bicicletta. Roba da far girare la testa, ma la mia, di testa, ogni tanto se ne va per conto suo. Mi assento senza volerlo, penso alla mia vita, a che cosa farò dopo questa esperienza così carica di adrenalina. Nel tardo pomeriggio, la consegna di 21 biciclette a bambini disabili, mi riporta al presente.
GIORNO 14: COMINCIA IL VIAGGIO VERSO IL MAR ROSSO
All’alba lascio le montagne della regione di AlUla e inizio il nostro viaggio verso il Red Sea Global, una destinazione turistica a impatto zero ancora in via di sviluppo. Mi aspetta un viaggio di tre giorni, con due tappe intermedie prima di arrivare a destinazione. Dopo il deserto, attraverso distese di colline sempre più verdi, in un continuo sue giù che, però, non mi mette alla prova più di troppo. Fisicamente sto bene, non ho dolore. Monto sul trike e metto in funzione il sistema di elettrostimolazione funzionale Viktor, che funziona benissimo nell’aiutarmi a produrre la pedalata. I valori fisiologici sono nella norma, tutto procede come previsto.
GIORNO 15: TROPPA FATICA, LA MIA TESTA MI PRESENTA IL CONTO
Un altro giorno di viaggio verso il Red Sea Global. Più mi avvicino alla costa del Mar Rosso, più il paesaggio torna a farsi arido. Oggi qualcosa si è spento dentro di me: il fisico reagisce, ma la mia mente no. Sono svuotato, senza energie. La mia salvezza sono i ragazzi del team, a cui basta uno sguardo per capire e venirmi in aiuto. Negli ultimi 60 chilometri della tappa, Abdulaziz e Mayar, che considero amici, pedalano al mio fianco. Chiacchieriamo a lungo, ridiamo, ma ci concediamo anche momenti di silenzio assoluto, in cui abbiamo sono le emozioni a parlare. Come per magia, all’arrivo, mi sento una persona nuova, ricaricata.
GIORNO 16: L’ARRIVO AL MARE: FINALMENTE UNA NOTTE IN HOTEL
Parto all’alba con un obiettivo che mi serve per trovare la carica: l’arrivo al Red Sea Global, una zona grande come il Belgio, in cui stanno costruendo diversi hotel, sia sulle isole che sulla costa, all’insegna di un turismo sostenibile e, soprattutto, accessibile a tutte le persone con disabilità. Con il passare delle ore, e dei chilometri, la vegetazione si fa sempre più folta. Merito degli alberi che sono stati ripiantati per ricreare la vegetazione del passato. Anche il caldo si fa sempre più intenso. Arrivo in maniche corte e con le braccia leggermente scottate, ma felice di dormire in una camera d’albergo.
GIORNO 17: OGGI RIPOSO…MI ALLENO IN BARCA
Finalmente un giorno di riposo. Siamo tutti stravolti, anche i ragazzi che mi seguono guidando per ore, filmando il viaggio, tenendo sotto controllo la tecnologia che mi porto dietro. L’allenamento di oggi è in un posto speciale: su una barca per le competizioni paralimpiche. Una gita inaspettata che mi permette di cambiare scenario e di ricaricarmi mentalmente. Rientrati in hotel, dopo cena ci mettiamo a guardare le stelle. È incredibile come siano luminose da qui.
GIORANO 18: SECONDO GIORNO DI STACCO, MA C’E’ LA PALESTRA
Un altro giorno di stacco, sento di averne davvero bisogno. Approfitto della palestra dell’albergo per fare qualche esercizio con i pesi e allenarmi con il vogatore. Sono abituato così. Anche a casa, nei giorni di riposo, il mio fisico non può stare mai completamente fermo.