Tadej e Yannick, stravincere senza arroganza
C’è qualcosa che lega Tadej Pogacar a Yannick Sinner oltre alle vittorie, alla classe, al talento infinito e al fatto che sembrano non avere avversari. Hanno la faccia da bravi ragazzi. Hanno modi educati, gentili quelli che ogni genitore sogna e vorrebbe per i propri figli. Vincono senza arroganza, senza sopraffare, senza esagerare anche se poi in realtà esagerano eccome perchè ciò che i due ragazzi stanno facendo in questi ultimi tempi in bici e sui campi da tennis è davvero da fenomeni. Ma c’è modo e modo di vincere. Pogacar oggi nella tormenta di Santa Caterina vince la sua quinta tappa al Giro ma sull’ultima rampa dà quasi l’impressione di volerla lasciare a Giulio Pellizzari, il più giovane in gara, se solo fosse risucito a stargli a ruota. Non accade e alla fine il ragazzino della Bardiani arriva secondo, chiedendo come un fan qualsiasi al “suo” campione gli occhiali e la maglia rosa…Finisce tra gli abbracci. Finisce come sempre quando c’è di mezzo il campione sloveno con l’onore delle armi, con il rispetto di chi arriva dietro, di chi si stacca, di chi resta sconfitto. Ed è la stessa cosa che capita con Sinner, che scala le classifiche mondiali, che per tutti o quasi sta diventando ormai “ingiocabile”, che guida l’Italia alla conquista della Davis, che conquista il suo primo Slam in carriera senza però mai atteggiarsi a divo, mantenendo quel suo sorriso timido e i suoi modi perbene. Pogacar e Sinner, campioni predestinati ma discreti e corretti, sgretolano un po’ ( un bel po’) di luoghi comuni che si portano appiccicati addosso tanti ragazzi di oggi che spesso nelle buone maniere non si ritrovano. Pogacar e Sinner “stravincono” senza umiliare gli avversari che nello sport professionistico può sembrare una contraddizione, una assurdità perchè la vittoria è più roboante se il distacco è maggiore, se la superiorità è più netta, se non c’è storia. Vincono senza mai dare l’impressione di voler vincere a tutti i costi e in qualsiasi modo. Due campioni anche nella testa che poi la differenza è tutta lì, al netto di una classe assoluta che non si può discutere. E che forse li porterebbe a farlo stravincere anche a ruoli invertiti. Tadej con una racchetta in mano quasi certamente dominerebbe Wimbledon; Yannick se andasse in bici trionferebbe al Tour. C’è da scommetterci…