In bici come diceva Arbore: “Meno siamo e meglio stiamo…”
Fuori dal gruppo. Ora va di moda pedalare con le gravel ma la mountainbike resta sempre la mountainbike, ciò che decidi che sia: bici da strada, da campagna, da montagna, da mare e anfibio da spiaggette spesso irraggiungibili, anello di congiunzione tra la voglia di starsene per fatti propri e la possibilità di farlo, andando dove si vuole anche perdendosi tra le nebbie. Non è poco. Come diceva Renzo Arbore in un suo show, “Meno siamo e meglio stiamo…”. La mountainbike è un bel modo per chiamarsi fuori dalla mischia, per non socializzare, non condividere, per non stare in scia, per scegliere quelle strade impervie e dimenticate dove oggi non c’è più traffico perchè preferiamo vivere comodi in autostrada. Ti porta dove vuoi andare, dove a volte mai penseresti, dove le strade finiscono però poi continuano. Basta cercarle. E’ l’unico mezzo che ti permette di salire dove la maggiorparte delle persone normali fa fatica a piedi, di scendere su sentieri che vanno non si sa dove, di tagliare per qualche ora i ponti con la civiltà chiassosa. C’è un fascino strano nel seguire strade che spesso non si sa dove vanno. A volte ti assale un po’ d’ansia anche se sei nel cuore dell’operosa Lombardia e non su un altopiano del Tibet e nello zainetto hai camere d’aria, la brugola del 9 e telefonino… Però mentre il sole sta per andarsene ti allontani da un paese pedalando sullo sterrato che entra in un bosco e man mano che vai provi a guardarti indietro. Le case non si vedono più, le cascine svaniscono e sembra impensabile che si riesca per qualche ora ad incontrare nessuno. Gli unici rumori sono quelli delle tue ruote che fanno scrocchiare il brecciolino e degli animali che si allontanano tra le foglie nascosti dalla nebbia che non si capisce neppure cosa siano. E ti fanno sussultare. E’ un po’ come nuotare. Un po’ come sbracciare tenendo sott’occhio la riga nera rassicurante del fondo di una piscina e invece andare in mare aperto allontanandosi dalla spiaggia. C’è un momento in cui rimani davvero da solo. Con il rumore del tuo respiro e il mare che ti sbatte addosso e dove vuole lui. Nuotare e pedalare, verbi all’infinito, come spesso appare lo spazio dove ti ritrovi che è solo un’illusione perchè c’è un mondo che continua a fare le cose di sempre intorno a te, qualche chilometro più in là. Ma la magia resta. Dura poco. E, per chi sa apprezzarla , è sufficiente cosi…