Davanti i mostri sacri della maratona, gente da record, atleti che puntavano a scendere sotto le due ore e qualcuno  come Eliud Kipchoge in realtà lo aveva anche già fatto nel 2019 quando fece segnare il tempo di 1 ora 59 minuti e 40 secondi, durante l’Ineos 1:59 Challenge che però non venne omologato perchè si trattava di un record e non di una vera maratona. Davanti Sebastian Sawe, keniano alla sua seconda maratona in carriera, che la London Marathon l’ha finita e vinta in 2:02:27, il secondo tempo più veloce nella storia, la decima prestazione assoluta all-time , la  miglior prestazione mondiale di quest’anno. E poi l’ugandese Jacob Kiplimo, secondo con il record nazionale di 2h03’37″e il keniano Alexander Mutiso, vincitore un anno fa.

Dopo i fenomeni però vale la pena di raccontare anche la maratona di un altro “fenomeno”, finito 14mo a una decina di minuti dai primi. Alex Yee è un triatleta, non uno qualunque, ma il campione olimpico in carica, protagonista la scorsa estate a Parigi di una gara di livello assoluto che, con una rimonta straordinaria nel finale, lo ha portato all’oro. A Londra ha corso la prima maratona della sua vita ed è arrivato al traguardo in in due ore, 11 minuti e 8 secondi, un tempo notevole, forse addirittura inatteso: “E’ stata dura…Non credevo così – racconta il 27enne londinese sulle pagine dell’Indipendent – Credo sia una delle gare più belle della mia vita. L’esperienza di correre a Londra, la folla, gli applausi…Emozioni incredibili che faccio fatica a descrivere a parole”.

Yee ha dato tutto, è stato il secondo britannico più veloce dietro a Mahamed Mahamed che si è classificato nono. E’ arrivato alla fine stremato e si è lasciato cadere a terra dopo il traguardo: “Gli atleti davanti a me mi aspettavo fossero bravi ma sinceramente sono di tutt’altro livello, comunque sono orgoglioso di ciò che sono riuscito a fare-  spiega sulle pagine del quotidiano inglese-Durante la gara ho avuto diversi momenti bui, molti di più di quelli che ho vissuto a Parigi durante l’olimpiade, soprattutto quando dopo i 33mo chilometro ho iniziato ad avere i crampi e dolori alle gambe. Ma volevo arrivare alla fine e ho continuato a lottare”.

Ora per il triatleta britannico sarà tempo di recupero  e riposo. Poi riprenderà la stagione del triathlon e da febbraio inizierà con i suoi tecnici a preparare la stagione olimpica che lo porterà a Los Angeles dove vuole difendere il titolo.  “Spero di crescere ancora come atleta- spiega- ma soprattutto come persona. La martona di Londra spero mi serva anche per questo. Ho sempre desiderato partecipare a questa gara, poi si è presentata l’occasione e non ho potuto dire di no…”