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Arriva il giorno dello <sbarco>: si corre con i marziani alla conquista di Milano. Si corre anche per aiutare la piccola Rebecca malata di Sma. Con un piccolo gesto, cioè consegnando un fiore che spiega cos’è l’atrofia muscolare spinale alla gente che s’ incontra. Tutto come da programma. Via alle 9.15 da piazza Castello, e giro in centro per una cinquantina di podisti appassionati e sorridenti. C’è anche qualcuno che corre non per la prima volta ma quasi. Gioia e Giulia, due mie colleghe  si uniscono al gruppo e con qualche difficoltà arrivano fino alla fine. Brave. Come è andata lo lascio raccontare proprio a  Giulia in un articolo pubblicato sul Giornale di oggi.

 «Stai nella pancia, stai nella pancia. Così prendi il ritmo». E va bene, ci sto nella pancia. Ma lasciatemi il tempo di arrivarci, a questa benedetta pancia. Nel gruppo dei «Podisti di Marte», ci sono poche regole e molto chiare: primo si corre, secondo si corre, terzo si corre. Non hai molta scelta se ti ritrovi lì in mezzo, l’unica cosa che puoi fare è darti una mossa e risparmiare quel poco di fiato che ti rimane per i momenti più duri.
<IP8>Domenica mattina, ore 9. Il primo gruppetto di «marziani» è già sbarcato davanti alla fontana del Castello Sforzesco. È qui che questi runners milanesi si danno appuntamento la seconda domenica del mese. Dieci chilometri per sgranchirsi le gambe nel cuore di una città che ancora dorme, su un percorso che cambia ogni volta. Così come la ragione – se mai ce ne fosse una più forte della passione – per la quale si corre. Ieri è toccata alla Sma, l’atrofia muscolare spinale. Dunque, ore 9. Si comincia con la distribuzione dei palloncini e dei fiori da regalare alla gente durante il tragitto per farli partecipare al senso dell’iniziativa, e se qualcuno vuole anche seguirci, è il benvenuto. Poi si parte. O meglio, loro partono. Perché non è mica vero che se uno va a farsi la corsetta ai giardini, allora è allenato. Quando sei lì, capisci che «viaggiare» come dicono in gergo, è tutt’altra cosa.
Saremo una cinquantina, forse di più: in testa al gruppo ci sono quelli che danno il ritmo e scelgono il percorso. E non pensate che sia così lineare. Questi podisti non conoscono barriere e così si passa dentro la metropolitana, ci si infila a Palazzo Reale, e persino nella foto ricordo di un gruppo di filippini che festeggia il matrimonio in piazza del Duomo. La gente ci guarda con tanto d’occhi, alcuni penseranno che siamo proprio degli svitati, altri invece ricambiano con un sorriso, applaudono e ci incitano a continuare. Fino al traguardo che dopo cinquanta minuti di sforzo inizi a chiederti se mai arriverà. Mentre gli altri intorno a te hanno le energie per aggiornarsi su tabelle alimentari, maratone, mezze, piene, lunghe. Record personali e da battere. Ma come fanno?
E però, quando i tuoi compagni di corsa ti caricano per l’ultimo scatto prima della fine, senti che quella domenica non te la dimenticherai più e che forse è stata solo la prima di tante altre. Parola di marziana.  

Giulia Guerri