«Prendersi cura del cervello significa prendersi cura della persona e della società». Con queste parole Ida Ferrara, presidente di AIMF Health, sintetizza il cuore del suo impegno professionale e dell’intervento che terrà il prossimo 20 settembre a Firenze, in occasione del congresso nazionale organizzato dall’Associazione Italiana di Medicina Funzionale. Un appuntamento pensato per mettere al centro un tema tanto complesso quanto attuale: la neuroinfiammazione.

La scelta dell’AIMF di dedicare l’intero congresso a questo argomento nasce da un’urgenza concreta: «Le patologie neurologiche e psichiatriche stanno conoscendo un incremento impressionante. La Ricerca mostra che alla base di molte di queste condizioni ci sono processi comuni, come l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo, capaci di danneggiare le cellule nervose e favorire i processi neurodegenerativi. Non possiamo più limitarci a trattare i sintomi: serve un approccio che risalga alle cause profonde».

L’obiettivo dell’evento, sottolinea Ferrara, è duplice: stimolare un confronto scientifico tra ricerca, clinica e prevenzione, ma anche fornire strumenti concreti ai professionisti sanitari. In questa prospettiva, la medicina funzionale gioca un ruolo chiave: «Significa guardare al paziente nella sua unicità, ricostruendo la mappa biologica e ambientale in cui vive, per definire percorsi terapeutici personalizzati. È un modello di medicina di precisione che non sostituisce la medicina tradizionale, ma la integra e la rende più efficace».

Tra i fattori che alimentano la neuroinfiammazione, Ferrara cita in particolare l’alimentazione moderna, spesso squilibrata, l’inquinamento ambientale, gli squilibri ormonali e lo stress cronico. «Pensiamo al microbiota intestinale: la sua alterazione influisce sull’assorbimento dei nutrienti, sul sistema immunitario e di conseguenza anche sulle risposte infiammatorie. Oppure allo stress cronico, che si traduce in un alterazione di cortisolo, con effetti di usura sia fisica che mentale. Tutti questi elementi, se trascurati, diventano terreno fertile per patologie neurologiche e psichiatriche».

Il congresso sarà anche occasione per affrontare il tema delle neuroscienze in chiave evolutiva ed epigenetica. «Oggi non possiamo più considerare l’individuo come una “tavola rasa” che risponde passivamente all’ambiente. La biologia evolutiva e l’epigenetica ci insegnano che ognuno di noi esprime il proprio patrimonio genetico in modo unico, condizionato dalla storia personale e collettiva, epigenetica. Questo significa che la responsabilità della salute del singolo si intreccia inevitabilmente con quella del sociale».

Ferrara porta esempi concreti anche dal mondo della biologia degli ormoni, che lei definisce “molecole delle emozioni”: dal testosterone, capace di spingere all’azione ma anche di  indurre all’aggressività, al cortisolo, che in eccesso logora corpo e mente, fino all’ossitocina, l’ormone dell’empatia e della socialità. «Questi mediatori biologici dimostrano quanto la nostra fisiologia sia intrecciata con i comportamenti sociali. Gestire la neuroinfiammazione significa anche avere cura dell’equilibrio emotivo e relazionale delle persone».

In chiusura, l’invito di Ferrara è un messaggio di responsabilità condivisa: «Ognuno di noi può fare molto: dall’alimentazione equilibrata al sonno regolare, dall’attività fisica alla gestione dello stress. Sono azioni semplici, ma fondamentali per prevenire squilibri che nel tempo si riflettono sul cervello.

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