Terzo Spazio, crescere autonomi ma in sicurezza
In infanzia e preadolescenza esiste un bisogno spesso poco riconosciuto: avere tempi e luoghi tra coetanei, liberi ma sicuri, dove costruire autonomia e relazioni autentiche. È questo il focus della ricerca promossa da Ringo, in collaborazione con AstraRicerche, che indaga come bambini e ragazzi tra i 7 e i 14 anni vivono il tempo libero, l’uso del digitale e la supervisione degli adulti al di fuori di casa e scuola.
La fotografia che emerge racconta giornate scandite da compiti, sport e TV. Il 66% dei tween dedica almeno un’ora a studio e compiti, mentre sport e televisione coinvolgono il 52% del campione. In mezzo si inserisce il tempo passato con gli amici, che dà forma alle relazioni e alla costruzione dell’autonomia personale. Il Terzo Spazio prende così forma nei luoghi di prossimità – cortili scolastici, campi sportivi, biblioteche, panchine – la cui importanza per autonomia e indipendenza è riconosciuta dall’87% dei genitori, convinti che rafforzi anche le abilità sociali (66%). Nella pratica, però, momenti senza supervisione adulta si registrano solo nel 33% dei casi, percentuale che sale al 47% tra i 13 e i 14 anni, frenata dai timori legati alla sicurezza fisica, alle “cattive compagnie” e al controllo online.
I momenti di autonomia non si sviluppano più soltanto all’esterno. Quasi la metà dei preadolescenti (44%) utilizza internet, che diventa a tutti gli effetti un nuovo Terzo Spazio. L’attenzione di ragazzi e ragazze è catturata soprattutto dai social media (59%), in particolare dai video brevi su YouTube e TikTok. In preadolescenza l’uso del web si allarga: tra gli 11 e i 14 anni entra nello studio (47%) e diventa il modo principale per restare in contatto con gli amici (46%), più che tra i 7 e i 10 anni. I più grandi navigano più spesso da soli, mentre i più piccoli lo fanno affiancati dai genitori.
“Questa ricerca restituisce tutta la verità della complessità educativa attuale. I genitori sono consapevoli dei rischi connessi all’uso eccessivo di internet e contemporaneamente non si fidano del mondo reale, percepito come inospitale e pericoloso. Allo stesso tempo riconoscono che l’autonomia individuale e sociale di bambini e preadolescenti possa svilupparsi solo attraverso esperienze di gioco e socializzazione fuori dal controllo adulto – commenta lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini. Non bastano la scuola, lo sport e le attività ricreative, serve anche la sperimentazione graduale di sé nel mondo. L’aggregazione libera tra coetanei. I rapporti di amicizia in assenza degli adulti sono fondamentali per la crescita. Per questo a noi adulti tocca lasciarli andare e non solo organizzare”.
In questo equilibrio tra luoghi fisici, gruppo dei pari e spazi digitali si gioca una parte importante della salute emotiva e relazionale delle nuove generazioni: costruire Terzi Spazi sicuri e inclusivi significa accompagnare la loro autonomia, senza rinunciare alla protezione.

