[photopress:neve.JPG,full,centered]D’inverno ci sono due cose che un maratoneta non si può perdere. Correre facendo scrocchiare la neve ghiacciata sotto le scarpe e correre quando sta nevicando. Stamattina Milano, ma anche Venezia, Torino, Cuneo, Modena, Aquila…insomma mezza Italia, si è svegliata imbiancata. Nulla di straordinario, una decina di centimetri che tra macchine e riscaldamenti non sono neppure rimasti a terra. Ma al parco Sempione, nel cuore della città tra Castello, Triennale e Arena la neve c’era eccome. E’ caduta fitta per tutto il pomeriggio anche nei vialetti e a giudicare da quanti si sono messi in scrpette e calzoncini a correre non dev’essere stata una seccatura. Il bello di correre quando nevica è che c’è più silenzio, forse perchè c’è meno gente al parco o forse perchè la neve ovatta un po’ tutto compresi i rumori della città. Ma questo è solo un dettaglio. Il fascino di correre sotto e sulla neve e lo stesso di quando si esce con otto gradi sottozero, con la pioggia battente o a luglio sotto la canicola. E’ il gusto epico della sfida. Chi parla bene e ha studiato direbbe che è la <sublimazione della sofferenza> o una catarsi che porta alla purificazione dello spirito. Io, che ho fatto il classico ma ormai ho dimenticato quasi tutto, ieri ho corso solo perchè ne avevo voglia. Ed è stato divertente.