Roma città aperta, soprattutto per la maratona
Record per la maratona di Roma che si correrà domenica 21 marzo. Gli iscritti sono
15.346, un fiume di persone. Più di 8mila e 800 gli italiani ma oltre 6mila gli stranieri che
provengono da 83 nazioni, segno che la 42 chilometri della capitale resta una delle gare più amate dai podisti stranieri. Il tracciato dell’edizione 2010 è quello classico: via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via del Teatro Marcello, via dei Cerchi, via Ostiense, Basilica di San Paolo, viale Marconi, Porta Portese, il Lungotevere in direzione della Sinagoga, Ara Pacis, piazza Cavour, piazza San Pietro, Foro Italico, la Moschea, piazzale delle Belle Arti, via Ripetta, piazza Navona, largo Torre Argentina, via del Corso, piazza del Popolo, piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Piazza Venezia, via Petroselli, via di San Gregorio, il Colosseo e, infine, il traguardo in via dei Fori Imperiali. Fatto l’elenco si capisce anche il perchè la maratona romana sia tanto quotata: ogni via, ogni luogo, ogni piazza ha una storia da raccontare o un capolavoro da ammirare e non capita in ogni città. Ma non è solo questo. Per far amare una maratona serve che chi organizza, il Comune, le associazioni collaborino e ci credano. Roma in questi ultimi anni si è data da fare e domenica 21 i maratoneti, mogli, figli, fidanzate, genitori e amanti al seguito troveranno negozi aperti per tutta la giornata.«La Maratona è un evento sportivo di primo piano – spiega Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma – in grado di destagionalizzare i flussi turistici. La definirei un vero e proprio catalizzatore economico, ossia un appuntamento capace di mettere insieme sponsor e marchi di primo piano, coinvolgendo la maggior parte dei settori produttivi ed imprenditoriali della città. Naturalmente il mondo del commercio è pronto a sostenere a pieno questa iniziativa, tanto che domenica 21, come previsto da un’ordinanza comunale, tutti gli esercizi commerciali di Roma avranno facoltà di apertura>. Pambianchi sicuramente tira l’acqua al suo mulino ma anche così si fa crescere una maratona. Bisognerebbe spiegarlo ad altre città che faticano a fare le convenzioni con gli alberghi.