Se non c’è il fango che campestre è?
[photopress:fango.jpg,full,alignleft]<Ghè più gent de l’an pasà…>. Io non parlo il milanese ma credo che il senso si capisca. La proprietaria della Trattoria dei Cacciatori sposta la tendina della finestra che dà sulla via di partenza e fa il suo conto: più di tremila. Il signore che ci sta facendo un caffè dietro al banco conferma: <E’ così ogni Pasquetta ormai ci siamo abituati…>. Casterno, poco più di un borgo alle porte di Milano tra Parco Sud e Parco del Ticino. Un paesino tranquillissimo che ogni lunedì dell’Angelo viene preso d’assalto dai runner sedotti dalla bellezza di un percorso naturalistico che non teme confronti o mossi dal senso colpa per aver esagerato con il pranzo pasquale. Tant’è. Così anche stamattina ci siamo ritrovati in parecchi a zigzagare tra le pozzanghere e il fango dei sentieri che attraversano l’oasi della Fagiana. Una bellissima giornata di sole e di vento ma una corsa dura, resa ancor più pesante dalla pioggia di Pasqua che ha ridotto gli sterrati in veri e propri percorsi di guerra. All’inizio cerchi di non sporcarti, poi finisci in una pozza con una scarpa poi con tutte e due. Alla fine tiri dritto con l’acqua che ti arriva alle caviglie e qualcuno che si incazza perchè gli schizzi di fango gli sporcano la magliettina bianca con la griffe che di solito usa sul tapis roulant della palestra in centro. Bella questa Marcia dei ciliegi in fiore>. Faticosa e divertente come deve essere una vera campestre che ti porta al traguardo sfinito e sporco di terra. Faticosa e sudata come dev’essere un gara di cross che per Luca, che ha corso con me, vale quasi doppio: <Una mezza? No amico, oggi è come se avessimo fatto trenta chilometri…>. E domenica c’è la maratona di Milano…Siamo a pezzi.