Domani, 11 novembre 2010, si chiudono le iscrizioni alla 25° edizione della Milano – Pavia quindi chi non ha ancora il pettorale ha  un’ultima notte per pensarci sù e poi decidere . La Milano-Pavia è’ una classica di  trentatrè chilometri lungo il Naviglio che da qualche anno è diventata anche una mezza e una maratona vera e propria. Ma io sono affezionato all’edizione storica che, per chi corre, si dice sia un po’ l’esame di laurea. Perchè è una gara dura, perchè è tutta dritta, perchè  spesso piove e fa freddo, perchè da Milano a Pavia lungo il Naviglio il paesaggio è praticamente sempre lo stesso e perchè trentatrè chilometri fanno meno paura di una maratona e autorizzano quindi  qualche smargiassata  che spesso si paga cara. Ma la Milano-Pavia ha un suo fascino. Chi l’ha corsa lo sa. E’ un condensato di tradizione che si respira lungo le rive del Navigli0, nella nebbia dei campi, nei  boschi, attraversando Casarile e la Certosa e sfiorando le canne dei pescatori che dall’alba affollano gli argini alle porte della città. C’è poi una cosa che mi affascina della Milano Pavia. E’ il ritorno. In auto, dal lato opposto del Naviglio, si percorre la stessa strada fatta di corsa. Ed é un po’ come riavvolgere il nastro. Una piccola moviola in cui ognuno riassapora la sua corsa, i ristori,  la fatica, i passaggi. I cartelli dei chilometri scorrono al contrario e ognuno ha un suo significato e un suo senso. Ma mentre un paio di ore prima il 27, il 28, il 30 ti passavano davanti come a ricordarti quanto ancora doveva durare il tuo tormento, in auto con la radio e il riscaldamento accesi sembrano scorrere via lievi e piacevoli. E non importa se domenica probabilmente pioverà.