“L’Italia sta sempre più diventando un popolo di sacchi di patate attivi …”.  Siamo tutti casa, cibo,  poltrona e tv e  i medici dietisti italiani, riuniti da oggi a Milano nel 23esimo Congresso nazionale,  lanciano l’allarme. Non capisco in realtà di cosa si preoccupino. Anzi più ciccioni ci sono in giro, più da fare c’è per chi prescrive le diete ma questo è un discorso “scivoloso”.  Ad accostare una parte degli italiani ai sacchi di patate “attivi” è  Maurizio Fadda, dietista della Struttura complessa di dietetica e nutrizione clinica dell’azienda ospedaliero universitaria San Giovanni Battista di Torino. Fadda ha preso l’espressione  a prestito dai colleghi americani che la utilizzano per indicare uno stile di vita sempre più diffuso negli States:  un’ora di corsa a settimana e  le restanti ore della giornata votate alla sedentarietà. Ma per noi non è che vada molto meglio: quasi un italiano  su due  (il 45%, contro il 30% degli anni Novanta), segnalano gli esperti, non svolge attività fisica nè pratica sport. E se le Linee guida raccomandano di fare almeno 10 mila passi al giorno per mantenersi in forma e garantirsi uno stile di vita sano, il 44% degli italiani ne muove meno di 5 mila e solo l’8% si impegna a raggiungere le soglie raccomandate.  Risultato: l’obesità avanza e oggi è al 30%, bambini compresi. Un baby-oversize su due, avvertono gli esperti sarà obeso anche in età adulta. «Nella fascia di popolazione fra 6 e 15 anni – spiega Giovanna Cecchetto, presidente dell’Andid (Associazione nazionale dietisti) – il 15% dei bambini e ragazzi molto attivi è sovrappeso. Una percentuale che sale al 25% fra gli abbastanza attivi e al 45% fra i sedentari». Uno stile di vita sano, conclude Fadda, «che aiuta a combattere anche l’obesità oltre che le patologie ad esso correlate, impone un comportamento attivo costante e permanente. Basti pensare che il movimento porta a consumare all’incirca 350 calorie in più». Insomma bisogna muoversi. E se si corre è ancora meglio.