Il mazzo di fiori che Andrea Trabuio, direttore della Maratona di Milano, consegna all’assessore allo sport del Comune Chiara Bisconti spiega meglio di ogni altra cosa che tra la Barclays-Milanocity Marathon e la Giunta Pisapia è scoccato il colpo di fulmine. Va detto, in dodici edizioni la 42 chilometri milanese mai era riuscita a «strappare» una domenica ecologica, senza traffico, senza auto, senza polemiche. E ciò nonostante l’ex assessore allo sport Giovanni Terzi ce l’avesse messa davvero tutta. Ma non c’è mai stato verso. Così la corsa milanese è passata alla storia più per le liti tra corridori e automobilisti che per le sue qualità tecniche, agonistiche e organizzative. Ma ora ci siamo. Il prossimo 15 aprile il Comune ha fissato una domenica di stop per le auto e con la maratona è cominciata ufficialmente la luna di miele. «Io credo che i milanesi amino la maratona- ha detto convinta l’assessora Bisconti- Così come amano riprendersi la città durante i blocchi domenicali e domenica scorsa lo hanno dimostrato. La prossima edizione dovrà essere una giornata di festa e per questo stiamo lavorando con gli organizzatori e con le zone della città. Io non ho mai corso gara come questa ma credo non sia una passeggiata quindi cercheremo di dare una mano agli atleti con applausi e concerti così come succede nelle altre città». La corsa senza traffico è quindi il nuovo biglietto da visita della Maratona «griffata» Barclays che punterà a superare i diecimila partecipanti dello scorso anno e «solleticare» l’orgoglio sportivo dei milanesi che, come ha detto il vicedirettore della Gazzetta dello sport Franco Arturi, «devono imparare a riconocersi nella maratona di Milano non in quella di New York». La formula sarà quella degli ultimi due anni che buon risultato ha dato. Confermata la partenza dalla Fiera di Rho-Pero, i passaggi da stadio San Siro, Arco della Pace, Parco Sempione, Duomo, Navigli, Arena e l’arrivo in piazza Castello che sarà forse corretto un po’ solo nella zona dopo il traguardo per lasciare più spazio a ristori e spogliatori degli atleti nel dopo gara. «Qualche cambiamento- ha spiegato Linus, presidente onorario e “geometra“ del tracciato- sarà invece necessario nella zona di San Siro per i cantieri del nuovo metrò cinque. Stiamo aspettando il via libera di Palazzo Marino». Lavori in corso quindi anche se si tratta solo di piccoli ritocchi. Pienamente confermata la gara a staffette che quest’anno saranno 1500 a numero chiuso e il programma delle Charity, cioè della raccolta fondi per cause di solidarietà. «Una formula diffusissima nelle grandi maratone internazionali- ha spiegato Lorenzo De Salvo, manager Rcs sport- che in Italia è arrivata grazie alla maratona di Milano. E per la prossima edizione le onlus che correranno dovrebbero arrivare a quota 100». Tutto va quindi. Nella direzione che dovrà portare la maratona a diventare un evento sportivo a livello delle grandi corse internazionali che sono ormai diventate un business: New York, Londra e Berlino tanto per non far nomi. Certo, i numeri non sono ancora gli stessi, ma le potenzialità per attirare gli atleti dall’estero Milano le ha. E forse se n’è accorta.