Meno quindici. Ieri mattina dalle mie parti, nelle campagne di Albairate il termometro segnava -15. Pensavo non funzionasse, gli ho dato una scrollata, ho schiacciato anche il tasto del reset. Nulla, sempre meno quindici. E ho capito che non c’era errore quando ho messo il naso fuori dalla porta di casa e ho cominciato a correre nello sterrato che mi porta verso il Naviglio di Cassinetta. Un freddo tremendo che ti giacchia tutto: dalle mani ai piedi, dalle lacrime al respiro. Per una settimana ancora, dicono i meteorologi, sarà così e forse peggio. E allora che si fa? Come si corre a queste temperature? Beh innazitutto ci si copre un po’ di più. Qualcuno sceglie di vestirsi a strati ma secondo me è meglio di no: una maglia intima tecnica,  una maglia tecnica pesante invernale e un gilet antivento sono più che sufficienti.  Vietati i kway a maniche lunghe o giacche a vento e simili. Per chi usa i calzoni corti un bel massaggio con una crema canforata, calze pesanti ( ma senza esagerare altrimenti si modifica troppo la calzate della scapra) guanti e fascia per coprire la fronte. E si può andare. Con il freddo intenso è meglio allungare di un po’ la fase di riscaldamento e lasciare la fase di stretching alla fine, magari in un posto caldo. L’allenamento in condizioni di freddo estremo deve essere fatto a buon ritmo, con un gesto atletico intenso e continuo  magari riservando una accelerazione solo nella parte finale. La parola d’ordine è quella di non farsi mai ghiacciare il sudore addossso quindi vanno assolutamente vietate le pause troppo lunghe e il fermarsi all’esterno senza essersi subito tolti di dosso gli indumenti bagnati. Il resto è dettato dal buon senso. Anche se, come pensano in tanti, per uscire a correre a -15 non bisogna avere tutte le “rotelle” posto.

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