Il gelo, un tuffo in piscina e un’infinita linea nera di mattonelle…
Tra le tante cose belle della DDS di Settimo milanese c’è che è una piscina con le vetrate, così quando nuoti e giri la testa per respirare vedi la neve. Ed è una bella sensazione quella di stare in acqua quando fuori da giorni sembra di essere al Polo. Ma per chi con l’acqua non va tanto d’accordo è l’unica consolazione. E per quanto mi riguarda un’ora di nuoto ne vale almeno tre di bici . Il nuoto non è la corsa o la mountain bike dove la tecnica è importante ma ci si può anche arrangiare. In vasca i dettagli fanno la differenza. La posizione di richiamo delle bracciata a rana, il sincronismo delle gambe, l’entrata in acqua delle mani, il battito dei piedi, la respirazione, la posizione della testa, la cuffia gli occhialini… Anche il costume. E basta lo sguardo sconsolato di Luca Sacchi su tuoi bermuda per farti sentire come quei ciclisti che mettono i parafanghi e il portapacchi sulle bici da corsa… Insomma non ci si improvvisa. E non tanto per andare più o meno forte che è già un altro pianeta. Ma almeno per non essere d’intralcio a chi sta con te in corsia. Una vasca , due, tre dieci, quaranta, cinquanta .Una fatica enorme, senza scampo, con i muscoli delle braccia che fanno male perchè sono quelli che in maratona non servono e con un fiatone che manco nelle ripetute… Concentrandosi solo e sempre sullo sforzo perchè in acqua non hai scampo. Sembra di avere il cervello sotto vuoto, i suoni si amplificano e in quella grande bolla ovattata ci finisce anche il rumore del tuo respiro e della tua fatica. Non ci si può guardare intorno e il tuo sguardo resta lì, fisso, su quella infinita linea nera di mattonelle…che sembra non finire mai