Sandy lascerà un segno su questa maratona di New York e non può essere altrimenti. Ma la gara sarà gara vera, come sempre. E New York per i top runner non è una maratona qualsiasi. Chi vince qui entra a pieno titolo nel giro dell’atletica che conta. Chi vince qui si mette al colllo una medaglia pesante, più che altrove, quasi come quella olimpica. E chi trionfa a Central Park in un certo sesnso fa un investimento anche economico. Il percorso più o meno è stato confermato, forse ci sarà qualche piccola variazione causata dai danni dell’uragano. Ma il tracciato resta quello difficle di sempre. La gara per i campioni comincera dopo il  Queensbooro bridge: sarà lì che iniziarà la scrematura vera dopo le schermaglie dei primi 25 chilometri. Occhi  puntati tanto per cominciare su tre  “vecchie conoscenze”: Marilson Gomes Dos Santos, corridore brasiliano che ha già trionfato a New York nel 2006 e nel 2008,  Meb Keflezighi, atleta statunitense, vincitore della corsa nel 2009 e Gebre Gebremarian, l’etiope trionfatore nel 2010. Non partono favoriti ma potranno dire la loro. Se la giocheranno con i marocchini Abderrahime Bouramdane e Adil Annani, e con i kenianii Martin Lel, Moses Mosop eStanley Biwot e Wilson Kipsang . Tra le donne partono tra le favorite l’etiope Tiki Gelana, oro olimpico a Londra 2012, la russa Tatyana Arkhipova, bronzo olimpico, le keniote Edna Kiplagat, vincitrice nel 2010, e Sharon Cherop,  Tra i nostri, oltre a segnalare il ritorno in corsa del campione olimpico Stefano Baldini  che però fara gara assolutamente amatoriale con la sorella senza nessuna ambizione di tempo, bisognerà tenere d’occhio Valeria Straneo. L’azzurra  in questi ultimi due anni ci ha abituato a grandi imprese, è detentrice del record italiano ( 2ore 23 e 44 a Rotterdam) ed è al suo debutto nella Grande Mela. E tutti abbiamo ancora negli occhi la gara olimpica di Londra che condusse per buona parte in testa tra le favorite. Finì ottava con un problema di stomaco. E se a New York sta bene…