Doping nel ciclismo, se Armstrong confessa che succede?
E se Lance Armstrong dovesse vuotare il sacco sulla sua vicenda di doping cosa succederebbe nel mondo del ciclismo? E quale sarà poi la verità? E chi verrà tirato in ballo confesserà a sua volta in un domino perverso o dirà che quelli sono gli schizzi di fango di un campione dopato che non vuole andare a fondo da solo? Nubi nerissime sul ciclismo. Un probabile cataclisma che rischia di spazzare via molti e molto di questo sport. La voce che gira da qualche giorno è che Il 7 volte vincitore del Tour avrebbe deciso non solo di non far ricorso ma di confessare per potersi rifare una vita sportiva nel triathlon dove gli è stato vietato di gareggiare. Lo ha scritto il ’New York Times’ e lo hanno ripreso tutti i giornali del globo, il mio compreso. Una svolta clamorosa smentita da Tim Herman, il suo avvocato, ma che mi sembra nelle corde di un uomo abituato a prendere la vita di petto. Una scelta che sa un po’ di disperazione ma anche un po’ di calcolo considerando che gli americani aprezzano i pentimenti pubblici, che arriverà un probabile sconto di pena ( per gli altri pentiti c’è stato) e soprattutto che Armstrong deve mettere una pietra sopra a questa storia per non creare ulteriori danni alla Livestrong Foundation, la sua Fondazione impegnata da 15 anni nella lotta contro il cancro. Ma se il cow boy vuota il sacco che succede? Nessuno lo sa di preciso. E molti tremano. Così non mi pare tanto peregrina l’idea di Ivano Fanini patron della squadra ciclistica Amore e Vita, da anni in lotta contro il doping: “Se Armstrong vuole confessare confessi e subito dopo venga fatta un’amnistia internazionale. Da quel punto in poi chi verrà scoperto positivo al doping dovrà essere radiato”. “In questi ultimi anni – dice Fanini – ho attaccato più volte Armstrong, chiedendogli di uscire dall’omertà e confessare, anche se questo gli costerà milioni di dollari e chissà quanti problemi con la giustizia statunitense. Ma devo dire che, comunque, non c’è corridore al mondo che, se venisse indagato anche solo per il 50% di quello che hanno indagato su Armstrong, uscirebbe indenne. C’è anche chi dice che è troppo facile confessare ora. Ma per me non è mai troppo tardi: se il texano lo facesse ora sarebbe la salvezza per il ciclismo, che è da anni in grande difficoltà. Sarebbe anche l’unico modo per Armstrong per rimanere un grande, perchè comunque è stato un campione”.