Doping, la via d’uscita e’ una sola
Non è solo il ciclismo che si interroga sul doping, su come contrastarlo e come batterlo. Ora sulle prime pagine dei giornali c’è anche l’atletica che si chiede quanto potranno essere credibili le medaglie dei prossimi mondiali di Mosca. È via così, perché il doping e’ una piaga da sempre ed è inutile negarlo. Che fare? Innanzitutto concentrare energie e denari sul presente, le grandi inchieste a ritroso a partire da quella su Armstrong si è visto a quanto servono. A Nulla. È poi sgombrare il campo da tanta retorica. Chi viene beccato positivo a un controllo se non è in grado di smentirlo deve essere radiato a vita: niente più bici, corsa, marcia, boxe o lotta. Fine. Senza squalifiche a tempo, senza inutili pistolotti su improbabili recuperi e pentimenti. Ci deve essere la certezza che se uno bara mette in gioco la sua carriera e i suoi guadagni. Infine i controlli. Non devono essere affidati alla federazioni perché il rischio che gli scandali finiscano insabbiati e’ troppo alto. Anche polizia e carabinieri quando indagano sui loro agenti lo fanno a ruoli incrociati. Carlo Vittori, che di atletica sa qualcosa, oggi sulla Gazzetta propone di affidare tutti i controlli antidoping dello sport all’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità. Non sono d’accordo…di più