Tutto chiarito? Pare di sì.  Tra Chris Horner e l’agenzia antidoping americana  per il momento non sembra serviranno altre spiegazioni. La fuga dell’americano al controllo di Madrid  è stata tutto un equivoco, non conterà come un controllo mancato e  il vincitore della Vuelta non è accusato di nessun illecito.  Al di là delle suggestioni delle prime ore il giallo sembra quindi chiarito. Anche se quel  controllo saltato non ha fatto altro che alimentare sospetti che già c’erano. Così resta ora la vittoria di una Vuelta che l’americano ha corso e  vinto sul campo anche se ormai è difficile goire ed entusiasmarsi per le grandi imprese. Questo purtroppo è diventato il destino del ciclismo oggi e cioè la vittoria fino a prova contraria. Lo sport più bello del mondo si corre sempre “sub judice” e di questo dobbiamo ringraziare un po’ tutti dai corridori, agli staff medici, dai direttori sportivi ai dirigenti federali a  chi ha messo in piedi indagini assurde che sono andate a ripescare sangue e provette di dieci quindici anni fa.  Chi racconta di ciclismo racconta e si esalta per ciò che vede, per ciò che è successo tre giorni fa sulla salita dell’Angliru, per una fuga o una volata del gruppo. Punto. Ciò che succede dopo si racconterà dopo.  Si vive alla giornata. Onore a Chris Horner quindi. Onore al “nonno” americano che a 42 anni ha messo dietro tutti e che molti non conoscevano neppure. Chi lo conosce invece ci scommette. Come la mia amica e collega Luciana Rota che mi ha scritto. Romantica e illusa? Lo capiremo presto

Povero ciclismo. La sua poesia finisce disintegrata nei sospetti e scusate in un giornalismo che non ci pensa un attimo a trasformare un eroe in lestofante e viceversa. Horner ha una storia incredibile e non da pochi giorni. Nessuno che sia andato a fondo per raccontarla. Si scava ora solo perché… sospetto. Fino a prova contraria la sua storia e il suo ciclismo mi hanno colpito. Non ha stravinto in modo inaspettato. Ha lottato secondo caratteristiche aveva gia’ ampiamente svelato. ha avuto un avversario di grande spessore. Gentiluomo Nibali. Che non ha vinto o ha perso di pochissimo. Che lo aveva viceversa battuto (Tirreno Adriatico 2012 ) su un terreno meno congeniale. Il ciclismo sta cambiando (lo dobbiamo sperare) e va seguito con pazienza e dedizione, quelle che ci vogliono nella vita per le persone / le cose a cui davvero si tiene. Se basta un sospetto per pensare al tradimento che sentimento e’? Io credo. Fino a prova contraria. E continuo a credere all incredibile storia di un ragazzo nato per caso ad Okinawa, gitano americano, patito di ciclismo che si allena dorme e mangia perche’ in bici e’ puro divertimento. Credo alla sua fatica che e’ quella di tanti faticatori come e piu di lui. Altre storie incredibili che pochi vogliono fare la fatica di raccontare. E sino a prova contraria credo. Viva il ciclismo. http://velonews.competitor.com/2013/09/news/usada-horner-not-at-fault-over-missed-test_303095