I norvegesi a piedi  percorrono 3,3 chilometri al giorno. Gli svedesi e i danesi 3,1, gli olandesi 2,7,  gli austriaci 2,2.. Poi vengono i tedeschi che ogni giorno camminano per 2 chilometri, seguiti dagli inglesi (1,7), dai  francesi (1,3),  dai belgi (1,2), dai  greci (1 chilometro) e dagli spagnoli (900 metri). Gli italiani, sempre in media, percorrono ogni giorno la “bellezza” di 800 metri e siamo gli ultimi della lista. Un bilancio fallimentare che, tra le trante controibdicazioni, va poi anche a gravare sulla spesa sanitaria dove invece siamo tra i primi della classifica.  Ma va così,  siamo un popolo di poeti e viaggiatori ma con lo sport abbiamo culturalmente un brutto rapporto. Tutti bravi a commentare moviole e rigori ma quando si tratta di sudare e far fatica mandiamo avanti gli altri. Così siamo il popolo più sedentario d’Europa. È quanto emerge da un’indagine europea curata dagli esperti di Minceur Discount (www.minceurdiscount.it) il più importante sito europeo dedicato ai prodotti dietetici e dimagranti che ha analizzato i dati e le stime sul tema dell’attitudine al movimento all’interno dei diversi paesi europei analizzando, in parallelo, i comportamenti alimentari sbagliati più ricorrenti. E le sorprese non  sono mancate.  Un primo dato negativo che riguarda l’Italia è la scarsa educazione relativa alle diete. Gli italiani che si mettono a dieta sono perlopiù scostanti (65%), poco informati (43%), pigri (26%). Una serie di dati che ci pone agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda l’informazione sui temi dell’alimentazione Per mantenersi in forma non è necessario passare ore in palestra o fare diete severe – spiega Letizia Sperduti, dietista di Minceur Discount-. Bastano piccoli gesti quotidiani come camminare almeno 30 minuti al giorno, evitando laddove possibile di prendere l’auto. Fondamentale, inoltre, è associare un’alimentazione sana ed equilibrata: mangiare verdure a ogni pasto (meglio se fresche e di stagione), proteine magre (carni bianchi, pesci, uova) o vegetali (legumi). E ridurre senza eliminarli i carboidrati. Bando invece a sale e bibite gassate. Niente drastici rimedi, quindi, ma buona volontà”.   Viene poi il discorso sulla sregolatezza dell’educazione alimentare che domina in alcuni paesi, su tutti Italia e Spagna. In particolare nei mesi che vanno da aprile a settembre il 65% della popolazione italiana passa a tavola il 20% del tempo in più rispetto a tutti gli altri europei.  Un comportamento strettamente connesso al discorso sedentarietà: nei mesi caldi infatti, secondo i dati dell’indagine le condizioni atmosferiche favorevoli, non è vero che gli italiani si muovono di più. Tutt’altro: in particolare nel centro-sud il maggior consumo di cibo si traduce in comportamenti non certo virtuosi dal punto di vista dello smaltimento delle calorie in eccesso: 7 su 10 (72%) cadono vittime della pennichella pomeridiana, mentre un italiano su due da Roma in giù (53%) associa la passeggiata al consumo di ulteriore cibo: il cosiddetto street food, vera e propria arma calorica letale dal momento che spesso si tratta di cibi fritti e ipercalorici. Quindi: ci sarà anche tanta gente che negli ultimi anni si è messa a correre ma il traguardo a quanto pare è ancora lontanissimo. E così più che Stefano Baldini vittorioso sul traguardo olimpico di Atene, l’immagine che continua a caratterizzarci all’estero rimane quella di Alberto Sordi davanti al mitico piatto di spaghetti.