Un delirio di canotte rosse. Come capita spesso: quasi sempre. Domina il kenia nella 43ma maratona di New York. Dominano  keniani Geoffrey Mutai e Priscah Jeptoo  e anche se noi aspettavamo tantissimo Valeria Straneo e Daniele Meucci un po’ ci accontentiamo. Si perchè è una doppietta keniana che molto parla bresciano  e basta vedere l’abbraccio di Priscah al traguardo con il dottor Gabriele Rosa per capire che buona parte di questa vittoria è stata costruita con le  tabelle e gli allenamenti fatti in Franciacorta.   Una 43esima edizione New York City marathon  <blindata>  per ovvi motivi di sicurezza ma con poca <tensione> agonistica.  Mutai praticamente non ha avuto rivali ed è arrivato sul traguardo di Central Park in due ore, otto minuti e 24 secondi lontano dal record di 2 ore e 5 che aveva realizzato due anni fa. Secondo l’etiope Tsegay Kebede ( 2.09. 15), terzo il sudafricano Lusapho April. Solo un lampo per Daniele Meucci, alla sua seconda maratona ufficiale. L’azzurro poco prima della mezza maratona ha allungato di 200 metri sui primi rompendo gli indugi. Ma poi la sua è stata una gara in difesa cercando di restare attaccato al treno die primi. Ha finito  con un decorosissimo decimo posto in 2 ore 12 minuti e tre secondi. Ed è un tempo che lascia bene sperare. Grande, grandissima anche la gara di Danilo Goffi, l’azzurro a 41 anni si è tolto lo sfizio di classificarsi 21 amo assoluto con un tempo davvero notevole: 2:23:22. Tempo che gli vale il primo posto nella categoria dei master…della serie “mai domo”. Discorso diverso per le donne. Priscah Jeptoo ha trionfato con la gara perfetta. Ha attaccato decisamente dopo il Queensboro ed è andata a riprendere l’etiope Buzunesh Deba fuggitrice della prima ora.  Non tutti pensavano che la keniana avrebbe ricucito lo svantaggio che ad un certo punto sfiorava i 4 minuti. Ma in Central Park  dopo l’aggancio ha messo la freccia e non c’è stata più storia. Terza è arrivata la lettone Jelena Prokopcuka. Infine Valeria Straneo che è arrivata quinta in 2 ore e 28 minuti. L’azzurra forse ci ha abituato troppo bene in quest’ultimo anno. La sua è stata una gara un po’ diversa dal solito, costretta ad inseguire nel gruppo delle più fortii. Ha tenuto, s’è l’è giocata con le migliori europee fino a tre miglia dal traguardo e alla fine ha forse ceduto un po’. Resta una gara di primissimo piano, insperata per i colori azzurri fino a qualche anno fa. “Valeria c’è”, c’era scitto su uno striscione del percorso e c’è davvero ormai. A giocarsi titoli e medaglie con le migliori come nessuno avrebbe mai detto.  A giocarsi anche la maratona di New York, magari già dal prossimo anno.

 

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