Le scarpe da running sono un po’ come la moto. Uno prova un modello, si trova bene e poi si fissa con quello e non lo cambia più. E cosi se per trent’anni c’è chi cambia sei  Bmw Gs e la prossima sarà ancora quella lì un motivo ci sarà…E con le scarpe, si diceva, più o meno va così. Solo che negli ultimi anni gli studi tecnici che producono scarpe da corsa fanno a gara per migliorarsi. E’ la concorrenza, la legge del mercato. E meno male. Ma migliorarsi spesso vuol dire partorire scarpe sempre più tecniche, più ammortizzate, più traspiranti e anche più leggere…cioè meno protettive. Così se per dieci anni hai corso con il solito modello che non cambieresti per nulla al mondo arriva il momento in cui entri nel tuo solito negozio di quelli specializzati, le calzi e ti sembrano tutta un’altra cosa. ” Scusami io avevo chiesto il solito modello” “E infatti è sempre quello- ti risponde il commesso- Però questa è la versione ultima”. Più fashion, più colorate, più tutto, ma completamente diverse dalle scarpe semidistrutte e inzaccherate che sono nella tua borsa. Qui comincia un mezzo dramma, se  di dramma si può parlare raccontando di un paio di scarpe da running. Comincia un prova e riprova che si trascina per quasi un’ora tra dubbi, incertezze, e il timore di lasciare ciò che si conosceva per un’incognita. E la solita storia della via vecchia che non si dovrebbe abbandonare mai.  Però c’è sempre qualcosa che fa scattare la scintilla. E la scintilla scatta quando il commesso ti offre un bel paio di scarpe arancioni e ti dice: ” Guarda, hanno un sistema di ammortizzamento che permette di recuperare la tua energia di impatto. E’ molto tecnico ma basta che vai sul sito ed è tutto spiegato alla perfezione. Per farla breve ti dico che è un po’ come avere dello yogurt sotto le suole che non si modifica mai quindi non si appiattiscono e più aumenta la velocità più ti danno spinta”.  Strana ‘sta storia dello yogurt. Però rende l’idea . Cos’ vai sul sito a curiosare e scopri che lo “yogurt” offre sempre l’equilibrio perfetto tra ammortizzazione e recupero dell’energia. E ‘ una sostanza liquida densissima, che a livello molecolare si comporta come milioni di piccole molle. Si chiama Dna ed è una tecnologia che si adatta immediatamente alla biomeccanica, alla velocità e al peso specifico di ogni corridore. Però bravo il tipo del negozio, talmente bravo che mi convince a cambiare idea e  scarpa. E soprattutto a  tradire quella marca a cui mi ero affezionato da vent’anni questa parte. Mai dire mai. E adesso che ci penso anche la Bmw con la Gs sta un po’ esagerando con i ritocchi…

 

 

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