Il doping tra gli amatori? Un’inutile follia
Chissà cosa scatta nella testa di un amatore che fa sport. Chissà qual è la molla che lo porta a doparsi. Chissà se a 40 anni vale la pena di mettersi a rischio per una vittoria nel trofeo “pincopallo” che magari esiste pure. Tenendo conto ( ma non è una giustificazione per i professionisti) che correre, pedalare, faticare per gli amatori dovrebbero essere una pratica di benessere e non un mestiere che permette di campare, le domande restano senza risposte. Il doping tra gli amatori è un nonsenso: chi ama non bara. Però c’è. E sempre di più come conferma il rapporto della Commissione per la Vigilanza ed il controllo per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero. Nei controlli nei primi sei mesi del 2013 ha trovato 22 atleti positivi, corrispondenti al 2,8% del campione. Pochi? Non proprio considerando che si sta parlando non di sport dilettantistico ma amatoriale dove i “dopati” non sono atleti ma appassionati più o meno convinti che nella vita fanno tutt’altro. E non pochi considerando che, come si può immaginare, i controlli tra gli amatori non saranno il primo pensiero della commissione antidoping e quindi sono davvero delle eccezioni. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero, relativi a 778 atleti controllati durante 164 manifestazioni, a risultare positivi sono il 4% degli uomini tra i 39 e 44 anni quindi gente stagionata che dovrebbe avere la testa sulle spalle. Dovrebbe, appunto. Ci si dopa un po’ ovuqnue dalla pallamano al rugby fino al ciclsimo dove ci si dopa un po’ di più e infatti qui la percentuale degli amatori “beccati” positivi a una o più sostanze sale al 6 per cento. «La positività all’eritropoietina e similari è stata riscontrata nei soli atleti praticanti ciclismo – sottolinea il rapporto – così come la poliassunzione di più sostanze vietate è stata rilevata, nei primi sei mesi del 2013, nei soli atleti praticanti ciclismo». Perchè ci si dopa? Per vincere qualche premio in denaro, per vincere un cesto di salumi o un prosciutto, per vincere e basta. Ma anche per battere il compagno di allenamenti o il collega d’ufficio. Ci si dopa spesso senza neppure sapere lontamanete che rischi si corrono, quali sono gli effetti collaterali di un farmaco, quali le conseguenze. Il doping fai-da-te è nella maggior parte dei casi per sentito dire o consgliato nel passa parola dei praticoni. Il doping -fai-da te è semplicemente una follia.