Fumo di Londra. Che infastidisce un po’. Già perchè la maratona di Londra che si corre domani sarà anche un evento di primaria grandezza, sarà anche fiume di gente che  sfilerà fino davanti ( quasi) a Buckingham Palace, avrà anche al via il miglior parterre di campioni oggi in circolazione ma Haile Gebreselassie che fa la “lepre”  proprio non si può vedere. Difficile da mandar giù. Potere del denaro che questa marathon ha anche nel logo dello sponsor. Potere di un’organizzazione che ragiona in grande e può permetterselo. Potere di una major che ormai è davvero un business e quindi le regole son quelle.  Ma Gebre che fa la lepre proprio no.   E’ un pezzo di storia della maratona, un mito vivente.  Il più veloce, il più amato, il più mistico con quella faccia ( e quel modo di correre) che la riconosci in mezzo a mille.  Due medaglie d’oro olimpiche sui 10mila metri, quattro  campionati mondiali e 26 record del mondo bastano ( e avanzano) per scrivere la leggenda. Ma non si sa mai come va a finire. Non è sempre tutto scritto e così a volte il finale è quello che non ti aspetti e che ti fa un po’ di tristezza. Certo 1o0mila sterline sono 100mila sterline. Certo ci sono macchie peggiori nella vita di una atleta.  Ma va così. Punto e si riparte da una maratona più da manager che da eroi . Con un cast è stelllare. Dal primatista mondiale in carica, il keniota Wilson Kipsang, al campione mondiale ed olimpico l’ugandese Stephen Kiprotich. Dal primatista della gara  il keniota Emmanuel Mutai al connazionale Geoffrey Mutai, all’etiope Tsegaye Kebede,  vincitore della London Marathon nel 2013. Ma soprattutto al via ci sarà il britannico Mo Farah campione olimpico e mondiale dei 5000 e 10.000 metri, all’esordio sui 42km e 195 metri dopo l’arrivo e il malore nella mezza di New York.   Gebre correrà per lui. Fino al trenta, al 35 fino alla fine se il suo fisico terrà. Ma poco importa. Perchè Gebre che fa la lepre proprio non si può vedere….