«Il ciclismo non morirà mai. E’ uno stile di vita. Ma pensa quanto è bello. Mentre pedali la tua mente è libera di pensare. Bisogna convincere le amministrazioni pubbliche a realizzare numerose e lunghe piste ciclabili». Così disse Alfredo Martini. E così, se tutto va come dovrà andare, sarà scritto su una targa all’inizio di una nuova pista ciclabile che Milano potrebbe dedicare all’ex ct azzurro. Per non dimenticare Alfredo Martini. Per non dimenticare un uomo che non è stato importante per il ciclismo ma è stato il ciclismo stesso. A chiedere che il sindaco Giuliano Pisapia e la sua giunta  battano un colpo sono Alessandro Giungi e Anna de Censi, consiglieri comunali del Pd. Un gesto simbolico ma importante per una città che, seppur tra mille difficoltà, sta imparando a pedalare. Martini, scomparso a 93 anni lo scorso 25 agosto è da considerarsi una delle figure più importanti e significative del ciclismo italiano, sport che ha onorato e rappresentato sia come corridore professionista dal 1941 al 1957  indossando anche la maglia rosa da leader del Giro d’Italia, sia come direttore sportivo di importanti squadre ciclistiche, sia, infine, come commissario tecnico della Nazionale italiana dal 1975 al 1997, per poi diventare, a partire dal 1998, supervisore di tutte le squadre nazionali di ciclismo e Presidente onorario della Federazione Ciclistica Italiana. Ha guidato gli azzurri a vincere per ben 7 volte il Mondiale, oltre a 7 argenti e 7 bronzi.  Nessuno come lui.