La nuova impresa? Si può fare anche in piscina (con Rosolino)
Non ci sono solo cervelli che fuggono. Qualcuno resta e qualcun altro addirittura torna. Basta crederci, basta avere un’idea e a fare impresa ci si può provare anche qui. Anche se non è «impresa» facile. «Per partire con una start-up a Londra ci vogliono 12 ore e 200 sterline, da noi servono un mese e mezzo tra autorizzazioni e notai e almeno tremila euro…» spiega Andrea Rinaldo, 34 anni milanese, ingegnere delle telecomunicazioni che con altri 4 soci della sua età ha messo in piedi «Xmetrics», un allenatore virtuale per nuotatori che ora è il loro business. «L’idea nasce dal mio passato sportivo in piscina come atleta e come allenatore- racconta- e così quando la Business school del Politecnico mi ha chiesto di mettere a punto un progetto innovativo per una gara di idee ho pensato di muovermi proprio nel nuoto che era un settore che conoscevo alla perfezione». E sono nati questi «occhialini hi-tech» che, grazie ad un complesso algoritmo, permettono a chi nuota di conoscere il numero delle vasche, le pulsazioni, la frequenza delle bracciate, la velocità, la spinta, la qualità della virata. Il tutto in tempo reale comunicato da un paio di cuffiette oppure riportato ad allenamento finito su un computer o su uno smartphone. Il concetto è abbastanza semplice ed quello della telemetria delle auto di F1 applicata ad una vasca di nuoto con i dati che vengono trasmessi dall’atleta all’interfaccia di un pc. Un’idea che diventa impresa in poco tempo ma che non coinvolge solo Rinaldo che per metterla a punto si è anche licenziato dall’azienda di microelettronica in cui lavorava da anni, ma anche Davide un suo compagno di Università «fuggito» in Finlandia ed ora pronto a tornare, Emanuele il suo ex capo, Stefano il suo vicino di scrivania e Francesco un amico che ora segue il marketing. «Abbiamo formato una squadra e abbiamo cominciato a presentare il progetto agli incubatori di impresa- racconta Rinaldo- Poi ci siamo messi in contatto con Massimiliano Rosolino perchè testasse questa nostra apparecchiatura e facesse un po’ da testimonial. Lui era perfetto perchè è il nuotatore italiano più medagliato e perchè è conosciuto sia da i giovani sia da chi come me nuotava anni fa. Lo ha provato e ha deciso di accettare…». E l’avventura imprenditoriale va avanti. Una scommessa che i cinque «giovani imprenditori» si giocano investendo al buio 100mila euro di tasca propria e che trova subito riconoscimenti importanti come il premio Fabriq del Comune di Milano che assicura a «XMetrics» 28 mila euro, il premio Supernova per la crescita tecnologica da 50mila euro e il mese scorso il premio Marzotto, altri 50mila euro da investire interamente nello sviluppo del progetto. Ma ovviamente non basta. «No, non bastava- spiega Rinaldo– per far decollare il progetto dovevamo garantire uno sviluppo tecnico ma soprattutto capire come entrare sui mercati, raccogliere fondi ed entrare in contatto con gli investitori». E l’incontro giusto è quello con la Breed Reply, azienda londinese che crede nell’«allenatore virtuale» di Rinaldo e compagnia, mette sul piatto un finanziamento di 675mila sterline ed entra al 30 per cento nella società. «Questa è stata la svolta- racconta Rinaldo- Finalmente avevamo la “benzina“ che ci serviva e ci siamo buttati a capofitto nello sviluppo del prodotto…». Che a febbraio arriverà nello store on line, nei negozi specializzati e nelle piscine in due versioni: una che non costerà più di 190 euro per gli appassionati e una più costosa per i professionisti. «Ma è chiaro che non ci si ferma qui- spiega Rinaldo– il nostro obbiettivo è portare questa apparecchiatura anche fuori dal nuoto, negli altri sport di endurance sviluppando un software che con dei sensori biometrici ci permetta di monitorare anche pressione sanguigna, ossigenazione del sangue ed altro ancora…».