Si riparte da un tracciato tutto nuovo. Si riparte con la convinzione che Expo sarà un traino importante per far diventare la Milano city marathon la festa che merita di essere. E si riparte da Haile Gebreselassie che, anche se ormai ha quasi appeso le sue scarpette al chiodo, resta un mito vivente sui 42chilometri e il 12 aprile ha promesso che sarà al via della 15ma maratona di Milano. Potere degli sponsor, potere di Adidas di cui Gebre e’  immagine e storia e  che quindi ha voce in capitolo per convocarlo in una maratona che ha bisogno di lui. Ma si riparte con i dubbi di sempre, uno su tutti il blocco del traffico almeno per una mattina che non ci sarà neppure questa volta. Chissà perchè. E chissa’ perchè un Comune che tanto scommette sulle domeniche a piedi fa così fatica a capire che una maratona è lo spot perfetto per le sue campagne ambientali. Così la paura che finisca a insulti tra chi corre e chi non si rassegna a lasciare l’auto in box per una mattinata c’è. C’è sempre. Dopo 15 anni i milanesi che si incazzano sono ancora uno spauracchio. E il direttore della MCM non ci dorme la notte. Ma lui nulla può se Palazzo Marino non decide di dargli una mano: “Abbiamo cambiato il percorso ancora una volta  perchè ormai la maratona è matura per poter partire dal centro della città e arrivare in centro.- spiega Andrea Trabuio– Abbiano studiato una serie di cerchi concentrici che si liberereranno ora dopo ora lasciando via libera a chi vuol fare altro. Così saremo il meno invasivi possibile anche se è ovvio che una gara di 42 chilometri all’interno di una città qualche disagio lo crea…”. E allora, tanto per cercare di non dare troppo disturbo, la maratona partirà anche mezz’ora dopo, cioè verso le dieci del mattino. Una scelta coraggiosa perchè, se dovesse far caldo come tre anni fa, ci sarebbero corridori che potrebbero arrivare alle tre del pomeriggio e non sarà una passeggiata. Per il resto sarà la solita grande festa di corsa. “Abbiamo fatto una grande lavoro insieme al Comune di Milano e all’ATM, per rendere il percorso della nostra Maratona a misura di runner, filante ed equilibrato, migliorando i servizi dedicati ai partecipanti- continua Trabuio– Grazie all’attenta supervisione di Gebre, il percorso rimane sempre molto scorrevole e con un passaggio, quello davanti al Duomo tra il km 7 e 8, spettacolare perché il gruppo sarà ancora compattato”.  Da Corso Venezia i runners si dirigeranno verso la zona di Porta Nuova, con i suoi futuristici grattacieli, per poi sfiorare la Stazione Centrale ed entrare quindi nel cuore della città, con il passaggio in Piazza Duomo ed in Piazza della Scala. Lambendo la Triennale la gara raggiungerà l’area di City Life. Da qui si punterà verso nord-ovest, aggirando il Monte Stella (la “montagnetta” cara ai runners meneghini), l’Ippodromo e lo Stadio Meazza. Il tratto più esterno del percorso si snoderà nel verde del Parco di Trenno fino a Molino Dorino, da dove si tornerà verso il centro con il lungo e velocissimo rettilineo di via Gallaratese. Sorpassata la riqualificata zona del Portello, la tradizionale direttrice di Corso Sempione guiderà i maratoneti verso l’Arco della Pace ed il Parco Sempione, che verrà attraversato con un breve e suggestivo passaggio sullo sterrato di Piazza del Cannone, sotto le mura del Castello Sforzesco. Da qui al traguardo solo 2 km, da correre lungo la cerchia dei Bastioni. Con il nuovo percorso cambiano anche i punti di cambio della Europ Assistance Relay Marathon  divenuta in breve tempo un vero e proprio “evento nell’evento”. La prima frazione terminerà subito dopo Piazzale Cadorna, con  zona cambio da via Paleocapa a Viale Milton. Sostanzialmente invariata la posizione del punto di cambio di viale Caprilli, che nel 2015 sarà il secondo, mentre l’ultimo frazionista (che avrà il tratto di percorso più lungo da percorrere, quasi 13 km) scatterà da via Cilea. Tutto pronto quindi per una maratona completamente rinnovata  e pronta, nell’anno di Expo, a fare il salto di qualità che merita. Ma bisogna incrociare le dita perche i milanesi avranno anche il “cuore in mano”, ma con i maratoneti  c’è vecchia ruggine…