mosOggi 51.151 e’ il nome di uno spumante. Ma il 23 gennaio di trentuno anni fa era il nuovo record dell’ora. Tenuto ben stretto dalle mani grandi di Francesco Moser che, rispetto a quel giorno a Città del Messico, avrà anche i capelli bianchi e qualche ruga in più ma in fondo è rimasto lo stesso. Stessa caparbietà di chi è diventato grande badando al sodo, stessa faccia scavata di chi ancora pedala. Francesco come il Bufalo Bill di un altro Francesco (de Gregori) “una locomotiva con la strada segnata” che ora diventa un pezzo della storia dell’industria italiana. Non Francesco, che un pezzo della storia sportiva di questo Paese già l’ha firmata. Ma la sua bici. Quell’attrezzo strano, capolavoro di ingegneria e di audacia, madre di tutte le moderne bici da crono, ora diventa pezzo da espsosizione. “Il grande gioco dell’industria, Cinquanta + uno oggetti che hanno fatto la storia dell’impresa italiana”  è il titolo della mostra organizzata da Museimpresa  allo spazio Folli 50.0 di Milano dove sarà esposta anche la bici dell’Ora. Nella rassegna, curata da  Francesca Molteni e che resterà aperta dal 9 al 31 ottobre, saranno presentati al pubblico oggetti icona che raccontano il Made in Italy, ma anche la storia della cultura e della società italiana. “Un appuntamento cui non poteva mancare – si legge in una  nota – l’archivio storico di Fondazione Fiera Milano, che partecipa alla mostra con le immagini di un oggetto che unisce il miglior design italiano alla più alta tecnologia: la bicicletta con cui Francesco Moser nel 1984 stabilì il nuovo record dell’ora  a Città del Messico. Si trattò di un evento storico per il ciclismo tricolore. Quell’anno, nella capitale messicana, non fu solo il record dell’ora a cambiare pagina con Moser che strappò il primato al ‘cannibale’ Eddy Merckx che lo  aveva realizzato 12 anni prima. Quell’anno cambiò radicalmente anche il modo di correre, con le biciclette trasformate in oggetti velocissimi, collaudati nella galleria del vento e dotati per la prima volta di ruote lenticolari: un’autentica rivoluzione  del pedale”. Anni dopo il suo trionfo, Moser volle omaggiare la Fiera di Milano con un delle biciclette utilizzata nella sua impresa.  E ora, in un certo senso, il cerchio si chiude.