E mentre Il “cavaliere” della Regina Chris Froome da Mallorca in Spagna, dove sta svernando, annuncia che sino al 2018 correrà con al maglia del Team Sky, dall’altra parte del mondo c’è chi sta pedalando inseguendo sogni di gloria olimpici. Adriano Malori è stato il primo azzurro a dare il via alla ricognizione sulle strade dei Giochi di Rio de Janeiro, destinate ad agosto a ospitare le prove del  ciclismo. Sul circuito di Grumari (24,8 km da ripetersi due volte), Malori ha pedalato in agilità, ripetendo due volte il tracciato e affrontando la salita finale a Vista Chinesa, che è parte della prova in linea. Quattro ore in bici con una temperatura di circa 30 gradi e un alto tasso di umidità per un allenamento di 110 km hanno caratterizzato la ricognizione di Malori, che era affiancato dall’altro azzurro Valerio Agnoli. »È un percorso duro, molto duro, più di quanto mi aspettassi – ha commentato Malori -. Inoltre, oggi c’era molta umidità e abbiamo sudato non poco. Non ci sono tratti dove rilanciare o fare la differenza. Sarà fondamentale andare forte in salita come mai ho fatto in vita mia. Abbiamo svolto un buon lavoro, è stato utile«. A Malori e Agnoli, si sono uniti in questi giorni anche  Fabio Aru e Vincenzo Nibali .Guidati dal Ct Davide Cassani con al fianco Paolo Slongo allenatore dell’Astana, gli azzurri hanno pedalato lungo i due circuiti che caratterizzano la prova: quello di Grumari (24,8 km) e Vista Chinesa. Nel primo circuito c’è il tratto di pavè che può essere stressante nella prova olimpica visto che sarà ripetuto tre volte. Poi si scende e ci sono circa 30 km di lungomare prima di entrare nel secondo circuito dove si trova la salita impegnativa, lunga 8,9 km con pendenze medie che arrivano al 13% . La spedizione azzurra ha visionato gran parte del tracciato per un totale di 100 km di allenamento. “E’ un percorso duro. Nella prima parte c’è il tratto di pavè sconnesso e nella seconda parte la salita molto impegnativa lo rende veramente duro. Oggi torneremo a visionarlo in particolare la seconda parte” ha spiegato Vincenzo Nibali. Stessa impressione anche per Fabio Aru, che come Nibali, appena arrivato in Brasile non ha perso tempo ed è salito in sella: “Il percorso? Duro! Molto di più di quanto mi aspettassi. È stata utile questa ricognizione. Ed oggi ne faremo una seconda più approfondita”