eroL’Eroica di primavera sono le colline intorno a Buonconvento tra Chianti e Montalcino dove il verde quando piove è ancora più verde. L’Eroica di primavera è Franco Bitossi, cuore matto, che tanti anni fa quando pedalava per vincere e i battiti impazzivano si fermava e si comprimeva con una mano gola e pupille per rifiatare e ripartire. Ha vinto e rivinto ma se lo ricordano tutti per una sconfitta, quel mondiale a Gap, il 7 gosto del 1972,  svanito di un soffio con il traguardo che non arrivava mai e Marino Basso che lo passò a un metro dalla gloria. “Allora non ci ho dormito per una settimana- racconta- Ora quando rivedo quello sprint  mi viene da ridere…”. Forse. Però un po’ ancora si rigira nel letto, però ancora ci ripensa, però ancora continuano a chiederglielo tutti. E allora si ricomincia con una stroria che non finirà mai. L’Eroica è una sfilata di assi. Carte che hanno raccontato uno sport che qui sembra passato ma forse è futuro: Poggiali, Giovannetti, Conti, Sgarbozza,Ferrigato ognuno ha lasciato un segno, ognuno ha scritto un pezzettino di quella storia che è finita su libri e giornali ma anche nei tappini e nelle biglie quando il Giro si giocava su una pista in spiaggia con un colpo dell’indice. L’Eroica è Giancarlo Brocci, il “Brocci” come dice lui, geniale e irriverente, un inno alla toscanità colta  che se l’avesse conosciuto Monicelli forse sarebbe finito in un film come Amici Miei e invece è un medico con il ciclismo nelle vene. Vede lontano e l’Eroica vent’anni fa l’ha inventata lui a Gaiole e poi sono venute “Le strade Bianche” e il Giro Bio,  progetti di un ciclismo che c’era una volta e che se ci fosse ancora regalerebbe qualche emozione e qualche certezza in più: “Perchè corse così sono una filosofia a difesa di una tradizione e di un territorio che rischia di essere completamente asfaltato. E  anche contro il doping- spiega- Perchè chi viene a correre qui è in cerca di certezze e quando va su una salita del Giro o del Tour ad applaudire uno dei suoi campioni non vuole avere dubbi..”. L’Eroica sono 1300 appassionati al via con le bici come erano una volta, pesanti, in acciaio, con i fili che s’incurvano sul manubrio e fanno il giro del telaio, con i puntapiedi, con barbe e baffi da concorso, con le maglie in lana come una volta e che oggi Santini replica proprio per questa gara più stilose che mai.  L’Eroica sono le scatole di latta che contengono il pacco gara che sono orma sono oggetti da collezione. E  una febbre che cresce: “Pochi giorni fa si è corsa quella in California- spiega Alberto Gnoli, amministratore delegato di Italy Bike Hotels e uno dei responsabili del  consorzio di privati che ha rilevato il marchio- ma  dall’Uruguay, al Giappone, al Belgio alla Gran Bretagna , all’Olanda alla Spagna riceviamo continuamente richieste per organizzarla.  E’ un a formula che piace perchè riporta ai valori della fatica e della condivisione che oggi ci siamo un po’ dimenticati. E poi è un italian style che si esporta con facilità tant’è che stiamo pensando anche di aprire dei Caffè con il brand di Eroica che possano diventare punti di incontro. Il primo potrebbe essere a Milano..”. L’Eroica è un popolo che se la gode. Che cena e che brinda alla vigilia di una corsa che non sarà solo “cinema” come dice “il” Brocci perchè 70, 150 e spesso anche oltre 200 chilometri sugli sterrati sono impresa vera. Ma senza l’ansia e la fregola di star davanti.  Senza la paranoia del crono, senza snocciolare  misure e rapporti. Qui le bici hanno un’altra dimensione, più estetica e quasi da esteti. Evocano ricordi, racconti, un’epica che è spesso diventata il romanzo di un Paese innamorato e diviso perchè Coppi era un mondo e Bartali un altro. Così l’Eroica sono la ribollita e il Chianti ai ristori. Sono i negozi di Buonconvento che diventano l’occasione per mettere in mostra un mondo che sta diventando anche business. Sono le trattorie di Buonconvento dove si fa bisboccia fino tardi, dove i calici si alzano, dove  il ciclismo si racconta con la pazienza di chi ha voglia e tempo di ascoltarlo. N0n c’è fretta. E non ce ne sarà domani…

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