Bene, male, troppo, nulla o quasi nulla. Chi fa sport si imbatte spesso in studi che dibattono di quanto lo sport faccia bene alla salute o di quanto faccia male. Il segreto è la giusta misura ma vai a capire qual è, come si rapporto al fisico, all’età, alle caratteristiche di ognuno. Vai a capire quale sia l’asticella che non deve essere superata. L’ultimo allarme arriva dagli Urologi che in questi giorni sono a convegno a Roma. Troppa palestra, il culturismo in particolare, così troppa l’atletica ma anche equitazione e ciclismo praticati a livello professionale, fanno male alla sfera sessuale maschile e femminile. L’allarme è stato lanciato questa mattina durante il Congresso «Qualità di Vita in Urologia e Andrologia» promosso e organizzato da Francesco Sasso specialista in Urologia e Andrologia presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma – Fondazione Gemelli, con il patrocinio della Società Italiana di Urologia. Tra le cause della disfunzione erettile, un disturbo che nel mondo colpisce 100 milioni di uomini, nel nostro Paese il 13% della popolazione maschile che aumenta con l’età: dopo i 50 anni quasi il 50% degli uomini ne soffre, troviamo l’eccessivo sforzo fisico e l’uso di sostanze dopanti. «Nell’uomo – spiega Sasso – l’uso della bicicletta determina una compressione della zona perineale che provoca un mancato afflusso di sangue, e di conseguenza la perdita di elasticità». Sotto accusa anche la corsa prolungata che superi i 100 chilometri alla settimana e l’overtraining. Giovani e meno giovani, nessuno può ritenersi fuori. Alla luce di queste osservazioni, il consiglio degli esperti non è quello di smettere di fare sport, anzi, l’attività fisica va fatta è consigliata perchè l’esercizio fisico ben condotto migliora la salute sessuale: “Il movimento abbassa il rischio di impotenza e quello di tutte le patologie che la provocano, precisa Sasso- va fatto con misura e senza esagerazioni…”. Altro tema affrontato nel congresso è stato quello del tumore ai testicoli: «E’ la forma più comune tra i giovani maschi dai 25 ai 49 anni – ha spiegato Sasso- e oggi si può guarire facendo prevenzione. È evidente come le patologie urologiche e andrologiche abbiano un impatto sul benessere reale percepito dal paziente il quale grazie alle nuove tecniche ha buone possibilità di sopravvivenza. La sua qualità di vita non è più “un” ma “l’obiettivo” che dobbiamo perseguire». Testimonial d’eccezione, con un proprio video, Francesco Acerbi, giovane difensore del Sassuolo e della Nazionale che ha raccontato la sua esperienza personale. «Il cancro al testicolo, se diagnosticato in tempo, può essere vinto. Tornando ad una vita normale. Io che di avversari me ne intendo ce l’ho fatta. Ho vinto la partita più importante e sono tornato al gol. Questo male fa meno paura ma la prevenzione è tutto. Ragazzi, seguite il mio consiglio, fate attenzione fin da 18 anni».