Schwazer, fine corsa?
Fine. Si spera almeno perchè la storia di Alex Schwazer per il bene di tutti (e anche suo) sarebbe meglio finisse qui. E invece continuerà tra denunce, tribunali e dibattiti che vedono due fazioni contrapposte: quelli che dicono che è tutto un complotto e quelli che invece sono certi che l’altoaesino abbia barato di nuovo. Non se ne esce e non se ne uscirà, perchè ormai nel nostro Paese funziona così. Ci sono vicende, anche ben più importanti di questa, che non sembra possano avere una fine dove tutti raccontato tutto e il contrario di tutto e dove la verità diventa un’ipotesi e un’interpretazione . E ognuno ha la sua. Vale la cronaca allora. Oggi la Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera, ha sospeso con effetto immediato il marciatore risultato positivo al testosterone sintetico ad un controllo antidoping effettuato a inizio anno perchè anche le controanalisi del hanno confermato la positività. Due provette che quindi confermano gli stessi risultati: le analisi del campione ‘B’ hanno sono le stesse del campione “A”. E diventano una “sentenza” perchè a questo punto, l’addio ai Giochi di Rio è scontato se si considera che il termine per l’iscrizione scade il 11 luglio. Meno di una settimana per difendersi quindi, per sostenere la tesi difensiva del complotto, della macchinazione che colpendo Schwazer vorrebbe colpire in realtà Sandro Donati, allenatore antidoping e antisistema. L’avvocato di Schwazer, Gerhard Brandstatter, che nei giorni scorsi aveva pensato anche di chiedere una sospensiva della pena per cercare di manternersi una chanche olimpica, punterà tutto su questo: “Cercheremo immediatamente di impugnare la sospensione- assicura- probabilmente già lunedì. Abbiamo in mano la prova che non si tratta di doping , c’è stato un intervento esterno sul prelievo“. Niente bistecche, questa volta. Sotto accusa c’è l’analisi servita per approfondire ciò che era emerso dalla provetta incriminata. Servita per chiarire se certi valori fossero naturali a Schwazer oppure indotti da sostanze dopanti. Il test Irms (Isotope ratio mass spectrometry), che viene effettuato quando ci sono discrepanze nel passaporto biologico, è stato fatto proprio per questo con i risultati che si conoscono. E c’è già una denuncia contro ignoti ad annunciare che questa storia non finirà. Donati parla di omicidio sportivo con i killer che devono essere ricercati all’interno della Iaaf e c’è da giurarci che nel momento in cui saranno fatti nomi e cognomi ( se mai saranno fatti) la Federazione internazionale di atletica sarà prontissima alla battaglia. Magari non vede l’ora. Ci sono due mondi quindi in questa storia. Quello di Schwazer e del suo staff convinti di aver redento il Diavolo e che ora si sentono vittima del più grande complotto della storia che magari è davvero così però bisogna provarlo. E il mondo di chi invece in Schwazer non ha mai creduto e avrebbe scommesso che sarebbe finita così. L’olimpionico di Pechino nel suo lungo percorso di riscatto indubbiamente si è fatto dei nemici. Un po’ per invidia, un po’ perchè ( va detto) il suo pentimento è passato troppo spesso da televisioni, interviste e talkshow in un’ostentazione a volte sospetta. E il pentimento, se vale ancora come valore, in genere è un fatto privato, addirittura intimo. Dopo aver scontato la pena comunque l’azzurro aveva il diritto di rientrare. Questo è un fatto, perchè la normativa questo dice. Ma è altrettanto un fatto che chi doveva controllarlo lo abbia fatto, magari con un zelo eccessivo, perchè il doping va combattuto anche a costo di rovinare il finale di una bella favola. Ora ci sono i test e i controtest che dicono che Scwhazer a Rio non ci potrà andare. Che dicono che ha barato di nuovo e quindi la sua storia finisce qui. Dovrebbe essere un punto ma potrebbe non esserlo se si riuscirà a dimostrare il contrario. Però ci vogliono nuove indagini, prove e riscontri perchè sospetti e accuse generiche non sono sufficienti a riaprire i fascicoli. Altrimenti si rischia di cadere nel solito luogo comunque italiano che mette sempre e comunque tutto in discussione, a cominciare dalle sentenze dei tribunali, che non si discutono solo finchè non ci vanno contro per finire, in un esempio recente, ai referendum che sono il più grande strumento di democrazia ma solo se danno ragione a ciò che pensiamo noi…
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