La DeejayTen vola, il resto sono chiacchiere
A parte il fatto che chi voleva andare veloce poteva andar veloce. Chi voleva allungare e farsi qualche chilometro in più poteva tranquillamente farlo e chi voleva correre travestito da uomo primitivo con tanto di barba posticcia e bastone pure. Ma gli oltre 30mila al via stamattina della DeejayTen mettono fine a tutti i discorsi. Uno spettacolo andato in scena nel centro storico di Milano e non nella periferia di chissà dove per dar il meno fastidio possibile . Non si poteva correre? Troppo casino? Le gare vere sono un’altra cosa? Tutte chiacchiere. E qualcuno, anche negli uffici delle Federazioni, farebbe bene a farsi delle domande. A chiedersi perchè una corsa come questa, un po’ “casual e un po’ cialtrona…” come l’ha chiamata Linus, abbia un successo così. Forse perchè basta mettersi una maglietta e partire? Forse perchè sta alla larga da carte e burocrazia? La gara nata per scherzo, per festeggiare il compleanno di Linus è diventata un qualcosa che forse nessuno si aspettava. Forse neanche Linus : “Vogliamo che la gente che ci segue torni a casa contenta per quello che ha vissuto- mi diceva ieri in un’intervista per il Giornale- E i numeri ci hanno dato ragione. Speravamo in una crescita ma non pensavamo sarebbe stata così massiccia». Soprattutto oggi dove sono più le gare che non si corrono che quelle che “resistono”. E la DeejayTen va. Vola. E non vola solo perchè ci sono la Radio e Deejay Chiama Italia che restano un traino importante, ma da sole non basterebbero. Vola perchè Linus & C hanno capito prima di tutti cosa è diventata la corsa, quali erano le potenzialità di quel pianeta e le ha intercettate. E’ diventata una corsa per tutti e la corsa di tutti. Non solo degli impallinati depilati, con le canotte inguardabili e i gps al polso da schiacciare con la bava alla bocca un centimetro dopo l’arrivo. Non solo di quelli duri e puri che la corsa è fatica, sofferenza, tabelle, cronometri da esibire su social per qualche centinaia di like. La DeejayTen è la voglia di provarci, di divertirsi, di stare in compagnia e del vada come vada. Il resto rimane per strada. Rimane una compagnia di giro di qualche migliaio di anime che si atteggiano a “top runner”, che però sono un altro pianeta. Che fanno un altro sport e fanno altri tempi. Ma, soprattutto, hanno un’altra età…