Brownlee, missione Ironman
Rosso o nero, cinquanta e cinquanta. Nella roulette del triathlon che conta Alistair Brownlee, 28 anni, suddito di sua Maestà, due medaglie olimpiche a Londra e Rio, è la pallina che gira e lascia un po’ tutti con il fiato sospeso. Rosso o nero, per decidere se si vince o se si perde. Per decidere se puntare tutto sulle distanze olimpiche verso una terza, storica, medaglia olimpica a Tokyo nel 2020 o sull’Ironman di Kona, gloria sempiterna nell’epica di questo sport. Rosso o nero per capire se è arrivato il momento di passare all’incasso o se rischiare di perdere tutto. Così l’inglese che , come il suo connazionale Bradley Wiggins, prima o poi potrebbe anche essere chiamato a Buckingham Palace per mettersi al collo il sigillo di baronetto, racconta alla BBC che è arrivato il momento di puntare. E punta tutte le medaglie che ha sulla ruota di Kona, sul colore delle Hawaii che per un triatleta, ancorchè due volte campione olimpico, restano il sogno di una carriera. ” Nei prossimi due anni ho intenzione ora di allontanarmi un po’ dalle distanze olimpiche- racconta ai microfoni della tv inglese- ho altri obbiettivi…”. In realtà l’obbiettivo è uno solo, qualificarsi per la finale mondiale e correre a Kona, non solo per partecipare perchè non è nelle sue corde. Va per giocarsela: “Ogni triatleta ha l’ambizione di fare il Campionato del Mondo Ironman alle Hawaii- spiega- E’ molto improbabile che io possa farlo già nei prossimi due anni, ma lavorerò per costruire la mia resistenza…”. Il programma di massima già stato messo nero su bianco con i suoi tecnici. Alistair Brownlee ha messo in agenda alcuni Ironman 70.3 che lo portino al World Championship di Chattanooga in Tennessee per poi valutare risultati e condizioni ed eventualmente decidere se tentare la qualifica per Kona nel 2018. Ed è un calcolo che si aggiunge a calcolo. Perchè il tempo per tornare poi difendere la medaglia olimpica a Tokyo a 32 anni ci sarebbe: “Ho fatto tre olimpiadi – spiega infatti alla BBC- e non posso dire che non ce ne sarà una quarta…”. Ma ora nel mirino ci sono le distanze più lunghe. C’è una scelta che porterà il fuoriclasse inglese sulle tracce di chi questo salto lo ha fatto prima di lui. Sulla tracce un’altra medaglia olimpica, quella di Pechino 2008, quella del tedesco Jan Frodeno che a Kona ha già vinto due volte e che quest’anno a Roth in 7:35:39 ha firmato il tempo migliore di sempre. Rosso o nero, cinquanta e cinquanta. Ma comunque vada sarà una sfida stellare.