naviIl Naviglio per chi non è di Milano è la via d’acqua che porta in città dove una volta andavano avanti e indietro i barconi che caricavano il marmo rosa di Candoglia per la cattedrale . Andavano avanti e indietro dal lago alla Darsena ” a ufo”, cioè non pagavano i dazi perchè qual viavai franco era “ad usum fabricam” cioè serviva a tirar su la cattedrale.  Oggi invece sul Naviglio si paga. Si paga quasi tutto e si fanno altre cose. I barconi sono stanziali e davanti ai locali servono a rito dell’happy hour, l’unico viavai frenetico è quello della movida serale e la Darsena, dopo il restyling, è diventata un bel pezzo di città europea.  Ma il Naviglio resta un simbolo, un po’ come il Duomo, la Scala, il panettone, la nebbia. Se uno viene a Milano un salto sui Navigli lo fa senz’altro. Sportivamente parlando è da sempre il campo-gara dei rematori della Canottieri Olona e della Canottieri Milano. Rivali, ovviamente. E  un tuffo nelle acque gelide del Cimento invernale. E’ la pista di allenamento per chi corre e va in bici grazie alla ciclabile che porta fuori città.  Ma è anche il corso d’acqua dove da qualche anno si è tornati ad organizzare la gran fondo di nuoto, gara storica che da Abbiategrasso tornava alla Darsena. Così negli anni passati, poi la tradizione si era un po’ persa e ultimamente  è stata riportata in vita. Il merito va alla ASD Terre dei Navigli Sport & Natura, un’ associazione che si propone di promuovere il territorio attraverso lo sport e il tempo libero e che ha fatto rinascere una sfida antica ma in realtà senza tempo. Così domenica alle 13 ci si tuffa. Si parte dall’imbarcadero di  Cassinetta di Lugagnano, da anni nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia,  e si punta verso Milano in favore di corrente. Tre partenze con tre diversi chilometraggi: i 24 chilometri e mezzo della granfondo, i 14  della mezzofondo che  parte da Gaggiano e i 2,4 km della gara breve con il tuffo dalla Canottieri San Cristoforo. Al via oltre 120 nuotatori. Nuotatori veri perchè, anche se a favore di corrente, la distanza è tanta. Nuotatori veri ma senza un venerdì,  senza machia e senza paura  che “ta se malà in duè ta sa petenat..” dicono da queste parti. “Malati dove si pettinano…”. Ma è tutta invidia